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Immagine del redattoreLuca Fazi

Villa Capriglio: benvenuti nella casa del diavolo!



- di Luca Fazi - Macabri delitti. Personaggi scomparsi nel nulla e mai più ritrovati. Sacrifici umani e rituali mefistofelici. Se le pareti di Villa Capriglio, ormai deturpate dal tempo e dalla vernice spray di presunti artisti, potessero parlare, farebbero dell’eloquenza una quotidianità sulla quale registrare secoli di misteri e misfatti.

Già, il nostro consueto ghost tour si rimette in marcia e ci porta ad esplorare il Piemonte, in particolar modo questo storico edificio che possiamo osservare lungo il tratto di strada che congiunge i comuni di Chieri e Pino Torinese. Non mancano le denominazioni utilizzate per indicare l’antica dimora settecentesca – tra quelle che ricordano, per l’appunto, i cognomi dei vecchi proprietari o riferimenti alla zona circostante – eppure sono sicuro che anche voi, come il sottoscritto, troverete ben più accattivante un altro appellativo. Lo stesso che, soprattutto negli ultimi decenni, si è fatto largo tra i ricercatori del paranormale e semplici appassionati. Quale? La casa del diavolo! Ora cercheremo di comprenderne i perché…

Villa Capriglio fu edificata nel 1706 per volontà dei Marchisio, ovvero la famiglia proprietaria del terreno a quel tempo. L’idea iniziale era di trasformarla in una residenza di campagna, al pari delle tante già presenti (e di quelle sorte proprio in quei periodi) lungo le colline torinesi.

In realtà l’abitazione divenne sin dalle prime battute un luogo in cui ospitare i nobili dell’epoca e le loro cene sfarzose. Un posto riservato, dunque, lontano dai pettegolezzi delle grandi corti e in cui diversi personaggi dell’aristocrazia sabauda – ma non solo – potevano trascorrere qualche momento di distensiva convivialità. Un posto, oltretutto, che risultava il nascondiglio perfetto per dar sfogo alle proprie passioni e relazioni extraconiugali. Si dice, infatti, che lo stesso Vittorio Amedeo II (sovrano, tra gli altri, dello Stato sabaudo dal 1675 al 1730) incontrasse proprio qui una delle sue innumerevoli amanti.


L’edificio costruito su due piani passò di proprietà nel 1746, quando si mobilitò all’acquisto Giovanni Paolo Melina Capriglio (da qui il nome della villa). Uomo di umile estrazione sociale, il Capriglio raggiunse l’agiatezza economica grazie al proprio carattere intraprendente e ad alcuni matrimoni “mirati” con donne facoltose.

Nel 1773, con la scomparsa della sua ultima figlia, la residenza signorile passò al regio demanio – da evidenziare l’interesse, mai venuto meno, da parte dei Savoia – fino al 1838, anno in cui fu acquistata dall’avvocato e accademico Antonio Callamaro. In seguito alla morte di quest’ultimo, la villa rientrò nell’eredità destinata alla figlia che si unì in matrimonio ad un altro principe del foro, l’avvocato Edoardo Cattaneo.

Terminata la catena di eredi, l’edificio divenne nel 1963 proprietà del comune di Torino che, di fatto, snaturò senza mezzi termini lo spazio circostante. Per permettere il passaggio della rete stradale, fu ridimensionato l’enorme parco e di conseguenza gran parte del verde che da secoli caratterizzava la zona. Per otto lunghi anni Villa Capriglio venne lasciata all’abbandono. Soltanto nel 1971 prese corpo l’idea di restaurare la dimora, attraverso una serie di interventi mirati a restituirne l’originale fascino artistico e storico. I lavori, tuttavia, si bloccarono improvvisamente: da qui iniziano alcuni dei tanti misteri inerenti alla villa del demonio.

Pare, infatti, che gli operai chiamati agli interventi di ristrutturazione, scoprirono la presenza di alcuni cunicoli collegati a dei sotterranei inesplorati sino a quel momento. Oltre a raffigurazioni ed oggetti rinvenuti sul posto di chiaro stampo esoterico, si ritrovarono davanti ad una stanza ottagonale (altra figura non priva di un forte valore simbolico) nella quale vennero recuperati dei resti umani.


Interno di una stanza - Foto anni '60

Se i lavori di rifacimento trovarono un brusco e definitivo arresto, di certo non si fermarono le voci, gli avvistamenti anomali e i fatti a dir poco bizzarri relativi alla struttura settecentesca.

Con tutta probabilità il sotterraneo non fu realizzato durante i primi lavori di edificazione, quindi nei primi anni del diciottesimo secolo, bensì nel 1800. Ad ogni modo, ciò che desta maggiore curiosità non sarebbe la data precisa in cui fu costruito, ma la figura losca che progettò lo spazio. Sembrerebbe infatti che l’architetto, secondo le leggende tramandate nel tempo, fosse dedito al culto demoniaco e che nel sotterraneo organizzasse messe nere durante le quali si assisteva all’uccisione di giovani vergini. Ai rituali sarebbero intervenuti i nobili più influenti dell’epoca, autentici habitué della villa come già abbiamo avuto modo di appurare. Se tale tesi fosse confermata – per quanto mi rendo conto che questo accarezzi la sfera utopica, vista la mancanza di una documentazione attendibile – dimostrerebbe, ancora una volta, la forte correlazione che lega le più alte classi sociali alla massoneria (e non solo).



In ogni caso non rappresenta affatto un mistero l’aria libertina, intrisa di vizi e depravazione, che si respirava all’interno di Villa Capriglio. Non solo per i ritrovamenti di diversi scheletri. Non soltanto per gli oggetti rinvenuti. In quel periodo, a quanto pare, aumentarono di gran lunga le denunce nelle quali si segnalavano le scomparse improvvise degli abitanti del posto. Erano quasi sempre uomini e donne di umili origini. Individui che occupavano gli ultimi gradini della scala sociale. Figure, pertanto, non troppo scomode da nascondere e facilmente ricattabili. Le cronache giunte a noi, tuttavia, ci riferiscono anche di giovanissime dame coinvolte nelle cerimonie sataniche e mai più ritrovate.

Non mancano, poi, gli strani fenomeni che sono stati riferiti dai passanti nell’ultimo mezzo secolo. A dir poco frequenti risulterebbero i forti bagliori provenienti dalle finestre del secondo piano. Il fenomeno può contare sull’elevato numero di testimonianze, ma non è di certo l’unica anomalia raccapricciante. Gli abitanti, quanto i semplici turisti completamente ignari della storia che aleggia intorno alla dimora, hanno raccontato di vedere alcune figure evanescenti aggirarsi in zona. Figure che, se illuminate ad esempio con delle torce o con i fari delle auto, scomparirebbero nel nulla. Allucinazioni? Semplici esposizioni volutamente alterate per attirare l’attenzione o c’è davvero qualcosa di paranormale tra le stanze dell’edificio?

Altri episodi enigmatici, seppur menzionati di rado, parlano della musica di un pianoforte che si sentirebbe durante le prime luci del giorno. Per non parlare delle testimonianze di chi, mentre di notte si trovava nelle immediate vicinanze della villa, ha udito inquietanti grida di terrore o delle risate maligne. Come se queste ultime, in particolare, fossero un segnale di scherno e di sfida per chiunque avesse la sola intenzione di oltrepassare l’entrata dell’edificio. Come se, realmente, il diavolo stesso si fosse impossessato della villa che per secoli ha ospitato scenari a lui dedicati.

Tra le tante versioni riportate, quella di certo più “originale” interessa gli eventi che accadrebbero nelle notti invernali di luna piena. C’è chi asserisce di aver visto la villa completamente avvolta dalla nebbia (fenomeno meteorologico non affatto insolito per queste zone) al punto da scomparire per intero e ripresentarsi la mattina successiva con il solito aspetto fatiscente. L’immaginazione popolare accosterebbe questo fatto alla volontà demoniaca di celare, con il favore delle tenebre, le feste orgiastiche allestite tra le stanze della villa.


L’edificio, purtroppo, versa ormai da anni in un pericoloso stato di degrado. Una piccola speranza di ripristino si accese quando, nel decennio 1999-2009, la gestione della villa fu affidata all’Associazione Culturale “I Leonardi”. Dalla fine di questo periodo, tuttavia, i segni dell’abbandono sono tornati evidenti: è un vero peccato che una struttura di tale interesse storico rimanga in condizioni precarie.


Per quanto concerne, invece, l’aspetto prettamente paranormale, possiamo asserire con certezza che la villa stia attraversando uno dei periodi più fiorenti. Del resto Villa Capriglio, o la casa del diavolo se preferite, ha tutte le carte in regola per attirare, stupire ed appassionare chi ama aggiungere, ogni giorno, un po’ di mistero alla propria quotidianità. Ma non fidatevi a prescindere delle parole. Come sempre, se avete la possibilità, vi consiglio di verificare di persona ciò che in tanti dichiarano di vedere o sentire.

È chiaro: non stupitevi se vi arriverà all’orecchio la melodia di un pianoforte. Non meravigliatevi se assisterete a dei forti bagliori di origine ignota. Non fingetevi sorpresi se, costeggiando a piedi l’antica abitazione, vi imbatterete in delle figure eteree. Suvvia, munitevi di una torcia o qualsiasi fonte luminosa. Sarà sufficiente puntargli addosso il chiarore per farle allontanare. Forse…



* L'autore resta a disposizione degli eventuali aventi diritto di cui non sia stata citata la fonte delle immagini.

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