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  • Immagine del redattoreLuca Fazi

"Mi manda Weah". Il flop in rossonero di Zizi



- di Luca Fazi - Favoritismi? Nuda e cruda raccomandazione? Rintracciate pure il termine che più vi aggrada ma, di certo, non restatene meravigliati. D’altronde quel simpaticone di George Weah, senza volerlo, aveva già messo le cose in chiaro. Quando? Dove? Nella trasmissione sportiva Controcampo, durante un memorabile collegamento:


   … è tutto un magna magna generale”.


Weah e Zizi al Milan

Boutade di bassa lega a parte, le parole della pantera liberiana non appaiono mai scontate. Hanno un peso. E pesano in particolar modo nella seconda metà degli anni ’90 quando King George, fresco Pallone d’Oro, è ormai un volto noto del panorama calcistico che conta. Ai dirigenti del suo Milan, dunque, dispensa consigli per l’imminente calciomercato. La lista accoglie diversi nomi ma ne caldeggia uno su tutti, cerchiato volutamente in rosso.

È liberiano, come George.

È nato a Monrovia, come George.

È un attaccante, come George.

È forte… ma lo dice solo George!

Si chiama Kolubah Roberts, in arte Zizi. Ha appena soffiato su diciotto candeline, ma è già un punto di riferimento della propria nazionale e dà una mano nella storica vittoria per 4 a 0 contro il Gambia (sarà il successo con maggior distacco delle Lone Stars, fino al 5 a 0 contro Gibuti nel marzo 2016) valida per le qualificazioni ai mondiali francesi.


Ha già ricevuto la benedizione dell’icona liberiana che lo vorrebbe in rossonero, ma la dirigenza non è convinta. Quel ragazzone non sembrerebbe affatto un fuoriclasse e tra i contro c’è pure il rifiuto ricevuto dal Castel di Sangro, appena dodici mesi prima, in un provino (non proprio il Real Madrid, con tutto il rispetto per la storica e nostalgica compagine abruzzese). Eppure siamo nel 1997 e dalle parti di Milanello si vive un biennio di scommesse (quasi tutte perse o prematuramente bocciate).


(Foto Magliarossonera.it)

I diavoli di Fabio Capello (richiamato alla base dopo la vittoriosa parentesi in terra spagnola) sono impegnati nella tournée estiva di Belo Horizonte per disputare la “Coppa del Centenario”. Delle tre amichevoli in calendario, Zizi ne gioca ben due ma con un minutaggio complessivo che non oltrepassa il quarto d’ora: ampiamente sufficiente per spedirlo in prestito.

Il giovane sponsorizzato da George avrebbe anche un discreto scatto, in aggiunta ad un tiro degno di nota e alla capacità di dialogare con i compagni, ma c’è da lavorare.

L’ambiente ideale appare proprio quel Monza – società satellite del Milan – chiamato in cadetteria ad una salvezza da guadagnare punto su punto. L’accoglienza è confortante e viene elaborato un coro apposta per lui:

   “Con l’amico di Weah ce ne andremo in Serie A”.

A guidare i brianzoli c’è Gigi Radice (sarà l’ultima tappa da allenatore) ma resisterà appena cinque giornate; giusto in tempo, tuttavia, per vedere il primo gol di Roberts.

Domenica 14 settembre 1997, stadio Brianteo: i biancorossi affrontano tra le mura amiche un Venezia, targato Novellino, che punta forte al ritorno in massima serie dopo l’ultima apparizione del ’67. Sulla carta i padroni di casa vengono dati per spacciati ma i pronostici, soprattutto in cadetteria, valgono quanto i vari “da lunedì a dieta” a cui fingiamo di credere.


Il reparto offensivo del Monza '97-'98

I brianzoli scendono in campo per il riscaldamento ma Zizi non c’è. I titolari di Radice posano per la foto di rito, mentre le riserve si accomodano in panchina: Zizi non c’è.

Mistero.

La versione di comodo racconta di un misunderstanding, sull’orario di partenza dall’albergo, tra il giocatore e un dirigente. La narrazione verrà in seguito edulcorata - e resa ancor accattivante - dalle parole dello stesso Roberts:


   “Ero salito in stanza per prendere la giacca ma la squadra non mi ha aspettato”.


Poi c’è l’altra, la versione che va tenuta nascosta: Zizi si è abbandonato ad un tenero riposino pomeridiano. In fretta e furia sale sull’auto di un altro dirigente che lo conduce allo stadio; Radice è una belva e si chiude intanto il primo tempo a reti inviolate. Il match della seconda frazione non è povero di emozioni ma il punteggio non si schioda dallo zero a zero e al 71’ esce Campolonghi per far posto a Roberts.


Articolo de La Gazzetta dello Sport

Altri quindici minuti.

Come il minutaggio totale durante le amichevoli in rossonero. Come il tempo necessario per intercettare un cross dalla sinistra e indirizzare la palla in rete di testa: all’86’ Zizi sblocca e decide la partita.


Festeggia il liberiano.

Festeggiano i compagni.

Festeggia il mister che, almeno per un po', mette da parte la propria rabbia.

Festeggia in tribuna anche George Weah che ha approfittato dell’anticipo del Milan per osservare da vicino il proprio beniamino. Sorride e possiede un’espressione del viso decisamente eloquente che sembra dire:


   “Avete visto il mio ragazzo?


In preda ad una metamorfosi pippobaudesca (“… l’ho inventato io!”), riceve a sua volta gli applausi dei presenti che riconoscono nel centravanti milanista l’occhio clinico del grande intenditore: non sarà così.

Il Monza si salva a fatica e il risultato, in tutta sincerità, non passa soltanto per la vena realizzativa di bomber Francioso. Roberts, infatti, timbrerà il cartellino altre quattro - pesantissime - volte che porteranno in dote tre vittorie e due pareggi. Arrivano quasi sempre in extremis (ben quattro negli ultimi dieci minuti regolamentari) ma non bastano.

Il liberiano è spesso fuori dagli schemi tattici. Tecnicamente si percepisce un potenziale che, tuttavia, continua a rimanere inespresso. La posizione in campo è indecifrabile (con la Liberia, nel frattempo, inizia a giocare addirittura come terzino). Il Milan, passato nelle mani di Zaccheroni, vorrebbe venderlo ma la presenza di George in prima squadra non facilita le procedure.

Soluzione?


Zizi al Ravenna

Si decide per un secondo giro in prestito. Zizi trascorre il ‘98/’99 a Ravenna, sempre in Serie B, con un accordo che garantisce ai diavoli un’opzione sul portiere Roccati. Al suo arrivo il liberiano stabilisce già un record: è il primo giocatore straniero della società romagnola (i due precedenti avevano entrambi la cittadinanza italiana). Con mister Santarini, pur registrando meno presenze, parte spesso dal primo minuto e viene schierato proprio da terzino. Se il campionato dei giallorossi si dimostra senza infamia e senza lode, le prestazioni di Roberts, invece, deludono.

Eccezion fatta per un acuto, un gol, che come nel suo stile arriva a ridosso del novantesimo. Il 13 dicembre del ’98, allo stadio San Paolo, va in scena un Napoli-Ravenna che promette spettacolo e così sarà. I giallorossi sono in vantaggio per tre reti a due quando Zizi, lasciando partire un sinistro da trenta metri, punisce un imperfetto Taglialatela. Una rete che garantisce i tre punti ai ragazzi di Santarini e illude i (non molti) sostenitori del calciatore liberiano, ancora capaci di scommettere sul suo talento.



In verità Zizi non si dimostrerà mai all’altezza del nostro campionato e nel ’99 verrà girato, ancora in prestito, agli svizzeri del Bellinzona. Le prestazioni messe in campo non sarebbero neanche terribili, ma Roberts non dà mai l’impressione di poter sbocciare come fuoriclasse. A ciò si aggiungono una precoce fragilità fisica e, soprattutto, il passaggio al Chelsea di George Weah; con la cessione della vera stella liberiana, i rossoneri non hanno più motivi per tenere sotto contratto il suo “figlioccio”.

Zizi riprende così il proprio girovagare che lo porta a vestire tre maglie differenti in Grecia, prima di chiudere negli Stati Uniti a neanche venticinque anni.


Troppi acciacchi.

Troppi sogni infranti.

Troppe aspettative disattese.

L’ennesimo infortunio al ginocchio lo conduce in un progressivo e tetro dimenticatoio. Dalle parti di Milanello, intanto, un nuovo campione rossonero bussa alla porta della dirigenza. Si chiama Clarence:

  

Mi scusi dottor Galliani… avrei un mio amico da portare al Milan”.

Già, altre dinamiche. Altre motivazioni.

Sì, questa è davvero un’altra storia…

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