top of page

Vent'anni fa oggi: in Italia esce American Pie

  • Immagine del redattore: Luca Fazi
    Luca Fazi
  • 29 ott 2019
  • Tempo di lettura: 4 min


ree

- di Luca Fazi - Il 29 ottobre del 1999 anche le sale cinematografiche italiane si apprestavano ad ospitare uno dei film cult per la generazione adolescenziale di fine millennio, e non solo: usciva American Pie. La commedia a stelle e strisce, girata nel sud della California, raccolse immediatamente un vasto successo di pubblico grazie alla sua comica irriverenza, sdoganando in maniera originale il sesso e tutte le sue forme. E’ la storia di quattro amici che si ritrovano all’ultimo anno di liceo senza essere riusciti ancora a togliersi l’etichetta della verginità; si promettono quindi che entro la fine della scuola sarebbero “diventati uomini”. Appena undici milioni di dollari bastarono per metter su una commedia destinata a diventare icona assoluta per moltissimi giovani che, esagerazioni made in Usa a parte, si potevano riflettere in situazioni non distanti da quelle mostrate nella pellicola dei registi e fratelli Weitz.



Chi di noi non si è mai sentito, almeno una volta, come il protagonista del film Jim (Jason Biggs), ovvero timido e impacciato nei confronti della persona amata? Chi di noi non si è mai trovato ad avere l’occasione della vita, con la ragazza per la quale sbavavamo da tempo, e puntualmente fallirla in maniera indecorosa? Beh, Jim è il classico rappresentante di coloro che hanno sudato sette camicie prima di rapportarsi decentemente con l’altro sesso, riuscendoci solo dopo svariati ko tecnici e tentativi non andati a buon fine. Chiaramente poi la classica americanata non può mancare, ecco quindi che il protagonista si ritrova immischiato nella comica vicenda della webcam, con la bellissima Nadia (Shannon Elizabeth). Il topless della ragazza è da urlo, di quelli che rimarranno a vita scolpiti nelle menti perverse di noi nati tra gli anni ottanta e primi novanta. Con due eiaculazioni consecutive nel giro di pochi secondi (senza nemmeno essere sfiorato dalla bellissima “cecoslovacca”), Jim diventa il pisellino più veloce della scuola… nomea che si porterà dietro per tutta la tetralogia di American Pie.



Poco importa perché alla fine il giovane perderà ugualmente la verginità, ma con l’insospettabile Michelle (Alyson Hanningan, famosa pure per aver recitato in Buffy e nella sitcom How I Met Your Mother), apparentemente una santarellina flautista della banda musicale che si rivelerà invece una spietata ninfomane… mi astengo da scontate battute inerenti allo strumento musicale.

L’attore Eugene Levy (padre di Jim e unico ad essere sempre presente nella saga, inclusi i quattro spin-off per le versioni home video) è un genitore sui generis, di quelli alquanto “ingombranti” e intenzionati a interferire nella sessualità del ragazzo con consigli a dir poco strampalati. Non esiste spezzone del primo film che non abbia raggiunto alti picchi di popolarità ed ancora oggi alcuni personaggi o soprannomi ci ricollegano automaticamente alla pellicola del ’99.

Pausa Merda” (ossia Paul Finch interpretato da Eddie Kaye Thomas) viene battezzato così (da Stifler, altra icona assoluta) per la sua fobia nell’usare i bagni pubblici, così da espletare certe esigenze a casa, andandoci negli intervalli. E’ il più colto del gruppo, con gusti particolari e dedito ad attività impopolari per la maggior parte dei coetanei, ma alla fine si dimostra pure il più furbo di tutti tanto da conquistare una milf d’eccezione… la mamma di Stifler.



Ora, se sei arrivato a leggere fin qui vuol dire essenzialmente due cose: o sei molto curioso oppure non necessiti di nessuna spiegazione a riguardo della suddetta donna (tavolo da biliardo docet). Escludendo quasi a priori la prima ipotesi, sappi che le nostre ossessioni verso le donne mature saranno sì in parte congenite, ma per la quasi totalità causate dalla figura della mamma di Stifler… dai, lo sappiamo tutti che anche tu hai fantasticato sulla madre del tuo migliore amico.



Oz” rinominato Gnocbuster (l’acchiappagnocche), Sherman lo Sherminator (fanatico del film Terminator e speranzoso che il gioco di parole gli faccia conquistare più ragazze possibili) oppure Stifmeister sono tutti nomignoli che più o meno abbiamo utilizzato per definire l’atteggiamento di un nostro amico, parente o semplice conoscente.

American Pie sarà gonfiatura, è vero, ma di base non tradisce sensazioni ed atteggiamenti che ci hanno riguardato ai tempi dei nostri vent’anni; quel voler sentirsi ancora in diritto di fare cose assurde, senza logica, respirando però l’aria genuina della spensieratezza. Quei quattro ragazzi (e le figure che gravitano intorno ad essi) non sono altro che uno specchio della società, in particolare di una gioventù non ancora delusa dai fallimenti e capace di sognare ad occhi aperti. Forse è anche per questo che il primo film, soprattutto, riesce pure nei nostri giorni a catalizzare l’interesse di molti adolescenti, incuriositi da una saga anagraficamente già lontana a loro.


ree
Il cast si riunisce 20 anni dopo

Gli attori crescono e con questi i personaggi che, nei successivi capitoli, si ritrovano catapultati nella vita di tutti i giorni, divisi in lavori, problematiche e stati sociali ma allo stesso modo uniti per ritrovarsi e non dimenticare i giorni del liceo. C’è chi si sposa, chi si separa, chi viene sfruttato dal proprio capo, chi s’inventa una situazione che non ha: forse la finzione non si distacca molto dalla realtà e i soggetti continuano a conservare gelosamente il rapporto sacro dell’amicizia… perderlo vorrebbe dire decretare la morte definitiva della gioventù. Insomma, eterni Peter Pan perfettamente (o quasi) inseriti nel mondo ma propensi a rindossare la tutina non appena i “grandi” si distraggono un po’.

Per una commedia di successo non possono mancare colonne sonore di altissimo livello: a partire da quella “ufficiale” Laid, cover fatta da Matt Nathanson ma appartenente alla rock band James, senza tralasciare (considerando l’intera saga) i Foo Fighters con, ad esempio, Times Like These, i Blink-182 (il gruppo figura all’interno del primo film nella scena della webcam), i Sun 41 (In Too Deep) o The Offspring con la potentissima Want You Bad.



Brani quasi sempre pop-punk-rock che si sposano alla perfezione con le dinamiche raccontate e con le vite dei giovani protagonisti. Protagonisti che si ritrovano costantemente a metà tra l’abuso della masturbazione (pardon, “stantuffare il salame” come direbbe il padre di Jim) e la ragazza dei propri sogni. Nessuna torta di mele, seppur calda e soffice, potrà mai essere abbastanza (non fate finta di non capire), anche perché “… non l’hai messo dentro finché non l’hai messo dentro!”.



Commenti


SUBSCRIBE VIA EMAIL

© 2023 by Salt & Pepper. Proudly created with Wix.com

bottom of page