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Ridateci il Festivalbar

  • Immagine del redattore: Luca Fazi
    Luca Fazi
  • 15 giu 2019
  • Tempo di lettura: 5 min

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- di Luca Fazi - Le dinamiche estive godono da sempre di uno scorrimento più rapido se confrontate a quelle delle stagioni climaticamente meno calde; vuoi perché le temperature alte riscaldano anche il nostro stato d’animo, con i raggi solari che influiscono sul buonumore, e poi per quel senso di libertà che da giugno a salire filtra con maggior vigore. L’aria sarà pure soffocante ma fa pari con quella che ti circola, gioviale e rinfrescante, nelle vene; tutto accade in fretta, tutto passa in un batter di ciglia eppure saranno proprio quei ricordi “afosi” a rimanere di gran lunga impressi nelle nostre menti. Un tempo, sicuramente non remoto ma già nostalgico, esisteva una presenza fissa che accompagnava le varie estati: il Festivalbar. Wikipedia lo indica per prima cosa come una “manifestazione canora”, definizione corretta se vogliamo dargli un’inquadratura tecnica e parziale ma il gruppo del “noi che c’eravamo” sa con consapevolezza quanto sia stato molto di più… ma molto di più! Per i giovanissimi, o comunque quelli sotto gli anta negli anni ’90-inizio 2000, il Festivalbar rappresentava l’orologio estivo per eccellenza che segnava puntuale l’apertura come la chiusura del periodo più desiderato dell’anno. Cosa voleva dire con precisione? Per gli studenti la fine delle interrogazioni, la spina staccata da quei pesanti (poi magari rimpianti) libri e le uscite fuori con la compagnia di sempre o insieme alla tipa dei sogni… per quelli che invece i banchi li avevano già abbandonati da un pezzo era comunque la proiezione in una dimensione più leggera e le canzoni, o per meglio dire veri e propri tormentoni, facevano da sottofondo a quel clima di “festa prolungata”. Nel nome del programma era già presente la sua origine perché saranno i bar (Festivalbar appunto) sparsi lungo tutto lo stivale a dar vita, grazie alla mente illuminata di Vittorio Salvetti, a quella competizione cult durata più di quarant’anni.


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Il patron Salvetti consegna il premio a Vasco Rossi, vincitore dell'edizione 1998

Era il ’64 quando l’imprenditore cremonese, osservando il funzionamento dei jukebox sistemati nei locali, elaborò ed istituì il format che noi tutti conosciamo; la gente inseriva le monete o i gettoni (da quel periodo nacque infatti il concetto di “gettonato”, nel senso di “andar di moda”,richiesto), selezionando il proprio singolo preferito del momento… bastava applicare un contatore ad ogni apparecchio ed il gioco era bello che pronto. In quella maniera si poteva tranquillamente eleggere la canzone regina dell’estate nel procedimento più democratico possibile e allo stesso tempo creare un vero e proprio appuntamento fisso nazionalpopolare, divenuto poi un marchio dell’estate. Tramite Rai, veniva trasmessa solo la finale nella storica (in tutti i sensi) Arena di Verona ma in seguito furono le reti Mediaset, dal 1983, a mandare in onda il prodotto canoro più importante della penisola… dopo Sanremo naturalmente. Canale 5 prima, Italia 1 poi, accolgono nel loro palinsesto un Festivalbar decisamente rinnovato, con un formato più attraente e alla conduzione volti giovani ma dal futuro già certo; Claudio Cecchetto, genio e rivoluzionario come sempre, fa da apripista al cambiamento che parte con Gerry Scotti ed arriva a Fiorello, passando per Amadeus. A fianco ad un grande uomo c’è sempre una grande donna come a fianco ad un grande conduttore c’è sempre una grande showgirl-presentatrice, ecco quindi negli anni Federica Panicucci, Alessia Marcuzzi e Michelle Hunziker (per citarne alcune).


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I presentatori dell'edizione 2002: Michelle Hunziker, Alessia Marcuzzi e Daniele Bossari

E’ scontato ricordare che l’avanzare della tecnologia vada a influenzare quasi tutti gli ambiti e quindi anche il metodo per votare i brani in gara ebbero una modifica radicale: il rumore tintinnante dei gettoni fece spazio ai passaggi radiofonici e televisivi, magari meno popolari ma ugualmente incentranti per ascoltare i gusti del pubblico. L’Arena di Verona? Tranquilli, rimane e resta il teatro degli ultimissimi verdetti ma nel frattempo vengono aggiunte altre piazze che colorano i martedì estivi (questo è il giorno quasi sempre scelto per le puntate) di giugno e luglio prima della conclusione a settembre. Quella benedetta finalissima assumeva sempre dei sapori assai contrastanti tra loro ma allo stesso tempo piacevoli; era l’ultimo atto della stagione più spensierata dell’anno, quella riempita full-time con sole, mare, gelati (… ahhh l’Algida, super sponsor del Festivalbar), però il rientro fra i banchi o negli uffici sarebbe stato, per molti, più amaro se fosse venuto meno l’evento clou.


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Valeria Rossi con il brano "Tre parole" vince il premio "Rivelazione italiana" nel 2001

Come se in quella sera (o per meglio dire due) venisse meno la gara in sé e le canzoni fossero speciali amarcord dei momenti appena trascorsi. Forse era già tempo di maniche lunghe ed orari tassativi ma nello spirito resisteva ancora l’odore della crema solare e il suono ritmato del biliardino fracassato a colpi di frullate. Pazienza se quelle esibizioni erano palesemente in playback (fino al 2002) e ‘sti gran ca**i se il tutto andava sul piccolo schermo in differita di qualche giorno… il Festivalbar era entrato ciononostante nelle vite di ognuno, come la Gazzetta dello Sport letta e stropicciata alla mattina in spiaggia mentre avevi le dita appiccicate per via del Calippo.


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I Liquido, gruppo tedesco protagonista al Festivalbar 1999 con il successo Narcotic (pubblicato l'anno prima)

Il fatto è che i periodi e le mode passano inesorabili, quei ragazzini diventano uomini e gli interessi, sempre più opportunistici e meno sentimentali, creano e disfano in un baleno anche ciò che è tradizione. Gli anni duemila parlano l’idioma delle app, del mercato digitale e del tutto e subito: ormai a chi può interessare l’acquisto fisico della copertina rossa e blu… non fate finta di non capire, eh?! Probabilmente parte della poesia era già svanita in quel 1998, quando Giampiero Ingrassia, alla conduzione di Tira & Molla, annunciò in diretta la prematura scomparsa dell’immenso Vittorio Salvetti. La morte dei padri è come non mai un fatto naturale ma certi genitori lasciano eredità esageratamente pesanti da gestire in futuro; troppo piacevole, troppo innovativo e curato al dettaglio quella manifestazione estiva, tanto che in un giorno d’ottobre furono diversi a rimanere orfani . Il figlio Andrea raccolse (come faceva da anni) il doloroso lascito riuscendo per qualche periodo ad onorare il prodotto del papà, ma non erano più gli anni di Acqua azzurra, acqua chiara né degli 883 che con Tieni il tempo facevano ballare lo stivale da Nord a Sud (visto il “gruppo” in questione, anche Ovest ed Est).



Il 2006 fu il primo grande flop in termini di ascolti, il 2007 un’agonia… il 2008 la morte ufficiale. Alla conduzione ci sarebbero dovuti essere Teo Mammuccari e Lucilla Agosti ma rimasero solo dei nomi scritti nelle bozze: budget insufficiente e tanti cari saluti alle varie Lignano Sabbiadoro, Piazza del Plebiscito a Napoli, Piazza del Popolo ad Ascoli Piceno ecc. Niente più cartolina di presentazione (con la voce di Salvetti senior) e addio al solito film horror dopo la puntata, sempre su Italia 1. Quel vuoto non è stato e mai sarà colmato dai diversi prodotti sputati in tempi recenti sulla falsa riga e in copia (brutta) all’originale. Addio allora alla dance di Tracy Spencer con Run to me , alle esplosioni mammarie della Marcuzzi, alle sfide rock in salsa estiva Liga vs Vasco o alla travolgente Sotto questo sole.



Può darsi invece che per qualcuno sarà sufficiente rivederseli nei video caricati freddamente su YouTube ma, i più fortunati e “tradizionalisti”, sono sicuro che rispolvereranno quel vecchio registratore ed inseriranno il Vhs con le vecchie puntate. I Righeira cantavano L’estate sta finendo (brano vincitore nel 1985) e quella del Festivalbar è terminata ahinoi da tempo, eppure basterà riannodare i fili della memoria e scattare mentalmente delle foto che ci riporteranno su quel palco… sia chiaro, utilizzando esclusivamente una Polaroid!



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