Quei compleanni...
- Luca Fazi
- 19 nov 2021
- Tempo di lettura: 5 min

- di Luca Fazi - Quei compleanni sprigionano, al solo ricordo, particolari profumi: per distinguerne l’essenza occorre spalancare il cuore.
Quei compleanni sanno di auguri scritti a penna su cartoncini a volte ricercati per l’occasione, a volte rimediati all’ultimo momento. Per prima cosa scarti la busta del biglietto, perché così ti hanno insegnato/perché così comanda la consueta procedura delle buone maniere, tuttavia gli occhi da rapace ispezionano già la forma del regalo, alla quale assocerai il relativo dono tra la lista dei papabili. Sei un bambino e la fantasia, di certo, non ti manca.
Quei compleanni sanno di telefoni fissi “bollenti”, che squillano a ridosso e durante il dì di festa. Con un sorrisetto sornione, ti crei una sorta di quartier generale intorno al mobile che regge l’apparecchio, pronto ad intercettare qualsiasi chiamata. Stavolta la fantasia non serve: tanto sarai tu il desiderato.
“Sì, pronto?” – rispondi con l’aria da finto tonto esibendo un sorriso a trentadue denti, anche se il conteggio totale è giocoforza inferiore e molti di quelli da latte sono ormai delle finestrelle aperte sul palato, in attesa che il sorcio incaricato ti porti il corrispettivo economico.
“Salve, siamo della xxxxxx, le volevamo proporre un’offerta super vantaggiosa, con un costo minimo di attivazione…”.
“Porca miseria!” pensi tra te e te “Anche oggi che è il mio compleanno…”.
Rifiuti gentilmente l’offerta mentre il sorriso non sfoggia più di due o quattro denti al massimo. Tranquillo, le prossime telefonate saranno per te.
Quei compleanni sanno di chiamate ricevute da chi – zii e nonni all’appello! – non ha bisogno di un social per ricordarsi di farti gli auguri. Nell’agenda del sentimento c’è già scritta quella data ed è stata redatta a caratteri cubitali. All’occorrenza, tanto per non sbagliare, ci sono ugualmente i calendari appesi al muro (ricevuti in omaggio dai vari assicuratori/macellai/gommisti ecc) che annualmente verranno colmati con le diverse ricorrenze dei propri cari. In old style we trust!
Quei compleanni sanno di “core de nonna ormai sei n’ometto”, capaci di gonfiarti il petto d’orgoglio mentre fai un rapido controllo allo specchio perché ti senti già sulle guance i primi peli della barba… niente da fare, puoi continuare a giocare con Action Man.
Ironia della sorte, o percorso naturale, cercherai invece, anni dopo, qualcuno che ti veda giovane e meno “ometto”.
Quei compleanni sanno di orecchie tirate, con il bastardo del gruppo che ci va giù pesante e ti ritrovi così, senza preavviso, due manici di champions league al posto dei padiglioni auricolari.
Quei compleanni sanno di pizza de PaCchini portata nell’intervallo scolastico da quella santa donna di tua madre che in mezza mattinata ha già sistemato casa, portato a scuola i figli, svolto le questioni burocratiche di routine, ordinato e consegnato le pizze alla bidella, aiutato la suocera, evitato un terzo conflitto mondiale, dialogato con i grandi della Terra ma puntualmente “no, non sono stanca”. Potere delle Donne: non ne comprenderemo mai l’infinita grandezza, né da piccini, né da grandi.
Quei compleanni sanno di “Tanti Auguri” come must have della ristretta playlist e di “… non vollo!” gridati con fare deciso (questa è per pochi intimi).
Quei compleanni sanno di voci riunite a formare un meraviglioso caos. Tra le tante avverti pure quelle di persone che, ormai, non ci sono più. All’epoca potevano persino non farsi sentire, coperte dal confusionario coro… adesso, con la loro assenza, sono le più rumorose.
Quei compleanni sanno di torte che non hanno due cifre per ricordarti gli anni; del resto, non servono ancora molte candeline per formare la tua età. Per spegnerle hai impiegato più saliva che soffi ma pazienza… sarà l’ingrediente “segreto”.
“Mmm… buona ‘sta torta!”.
Certo, ma mai come quelle preparate per festeggiare i nonni che, molto più gentili dei nipotini, farciranno il dolce anche con i canini e gli incisivi saltati ad ogni soffio.
“Mmm… deliziosa la cialda decorativa che hai utilizzato. Un po’ dura ma buona!”.
E grazie al ca**o che è dura, in realtà sono i frammenti della dentiera di nonno Pasquale ma vabbé… so’ dettagli!
Quei compleanni che sanno di abbracci e baci sinceri: sempre più merce rara, quasi “fuori produzione”. Quando crescerai ne comprenderai l’importanza.
Quei compleanni sanno di istantanee in posa con gli amici e compagni di banco, tra visi addobbati da smorfie volutamente esibite e corna applicate ai primi della fila… bastava poco per divertirsi. Foto ben ragionate (“… oh, allora, ci siete tutti?”) che il rullino è da trentasei e qualcuna verrà male di sicuro. Foto, tuttavia, che non volevano ostentare niente e che non dovevano rincorrere la follia del like compulsivo.
Quei compleanni sanno di guance arrossate dalla timidezza quando, a farti gli auguri, arriva quella che ti piace e che, nel circolo degli altri trecentosessantaquattro giorni, non ti ha mai cagato.
“Gra-gra-zie” balbetti per l’emozione. Bravo, ora non sai pronunciare neanche sei lettere messe in fila.
Poi, quei compleanni, sanno di pizze insieme all’amico fidato, tirando sino a tarda notte con discussioni al limite del filosofico; con un paio di birre in aggiunta, si arriva anche ai discorsi esistenziali con resoconti dettagliati sul passato appena trascorso. Hai sedici anni, porco cane, che resoconti vuoi fare?
Poi, quei compleanni, sanno di regali che aprono il cuore, di pensieri perché “è una scemenza” ma intanto valgono… eccome se valgono. Sanno del braccialetto della prima fidanzatina, del vinile che “Dio quanto lo volevo!”, dei biglietti per quel concerto e del libro ad hoc che può donarti solo chi ti conosce veramente.
Poi, forse, quei compleanni diventano meno “quei compleanni” e magari gli auguri sono poco sinceri, gli abbracci trasmettono gelo e alcuni messaggi vengono digitati per cortesia. Altri, ancora, non arriveranno affatto da chi crede di farti in tal senso un dispetto… e ci crede veramente!
Eppure, certe volte, quei compleanni riprendono l’essenza, anche solo per qualche istante, di “quei compleanni”.
Sanno degli auguri di chi non vedi più tutti i giorni (come un tempo) ma continua a farteli, adesso come vent’anni fa. Magari senza citofonarti sotto casa o mandandoti un vetusto sms dal Nokia 3310 (che, dopo più di due decadi, custodisci in perfette condizioni all’interno del tuo cassetto, pronto ad essere utilizzato come arma contundente), ma attraverso un whatsapp che ti apre il cuore di nuovo.
Mancheranno sempre le voci non più presenti tra gli auguri corali ma le porterai dentro di te e, intanto, benedirai ogni compleanno per aver la fortuna di sentire ancora quelle che continuano ad esserci.
Quei compleanni rappresenteranno una parte di te, anche quando saranno lontani i tempi di “quei compleanni”.
P.S.
I fatti raccontati prendono in buona parte spunto da episodi, ricordi e – soprattutto – emozioni dell’autore.
Si certifica, altresì, che nessun “nonno Pasquale” (nome di fantasia) è riconducibile ad esperienze dirette dello stesso che, ad ogni modo, ha ricostruito certi scenari sulla base di racconti esilaranti riportati da alcuni conoscenti.
L’autore, al contempo, si professa colpevole di aver “battezzato” (in fanciullesca età) alcune torte durante il tentativo di spegnere le candeline. Confida nella clemenza dei presenti, all’epoca dei fatti, e nella prescrizione.
* Che ogni giorno sia vissuto con l’entusiasmo di un compleanno autentico… che ogni giorno sia una rinascita.













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