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  • Immagine del redattoreLuca Fazi

La storia d'amore tra Soleste e Moroello: il fantasma del castello di Bardi



- di Luca Fazi - Una storia d’amore passionale, difficoltosa e in larga parte ostacolata, sino ad un epilogo tragico.

Ci sono tutti gli ingredienti per dar vita ad una leggenda che eroicamente resiste al trascorrere impetuoso degli anni, alimentando così il mistero, davvero particolare, che ne consegue. Il fatto, avvenuto nel castello di Bardi (in provincia di Parma), è collocabile storicamente tra il XV ed il XVI secolo ed ha per protagonisti una coppia di innamorati capace di combattere contro tutto e tutti pur di poter vivere la propria relazione.

Soleste, la figlia del signore del castello, e Moroello, cavaliere dell’esercito, sono costretti ad amarsi di nascosto poiché il rapporto è contrastato dal padre di lei che vuole concederla in sposa al figlio di un ricco feudatario delle vicine zone. Come possiamo facilmente immaginare, i motivi dell’unione prestabilita riguardano la sfera della convenienza politica ed economica… i sentimenti non c’entrano nulla. I due giovani, tuttavia, continuano la loro storia anche grazie all’aiuto della balia di Soleste.


Nel frattempo Moroello parte in battaglia per difendere i confini territoriali e la donna attende con ansia il suo ritorno; ogni giorno si reca in cima al mastio per scorgere nell’orizzonte la sagoma del suo amato. Passano settimane e non giungono notizie certe, sino a quando la bella Soleste vede da lontano dei soldati che avanzano verso la fortezza. Le insegne esibite dagli uomini sono quelle nemiche e ormai non ci sono dubbi: Moroello è stato sconfitto.

Il dolore provato dalla giovane è di quelli strazianti e decide che ormai la sua vita non ha più senso. Versa dunque l’ultima lacrima prima di gettarsi dalla torre. Il destino però è avverso e si è voluto prender gioco dei due innamorati. Infatti Moroello, tornato vincitore, aveva dato ordine ai suoi uomini di mostrare i vessilli degli sconfitti in segno di spregio. Quando il comandante trova il corpo senza vita della sua amata, decide di emularne il gesto raggiungendola così nell’aldilà.

Nei secoli sono stati molti i racconti, più o meno fantasiosi, che hanno continuato a gravitare intorno alla vicenda, ma i fatti veramente singolari appartengono alla storia recente. Nel 1995 la redazione di un giornale di Parma, Lettere e contrasti, viene inondata di telefonate per segnalare presunte apparizioni all’interno del castello di Bardi. Alcuni hanno la sensazione, durante le visite guidate, che qualcosa gli impedisca di proseguire per le stanze della fortezza, simile ad una mano invisibile. Altri, forse condizionati dalle prime voci che girano, dicono di sentire il rullo dei tamburi e un forte odore di sterco. E poi, ancora, massi pesantissimi ritrovati in posizioni diverse rispetto alla sera prima. Una donna di Genova, che trascorrerà una notte all’interno delle mura infestate, sostenne di aver udito delle conversazioni provenire dalla stanza che un tempo era adibita a locanda. Come non citare, inoltre, i medium che hanno avvertito un forte malessere e la presenza di entità tormentate e inquietanti.

Due giornalisti, Daniele Kalousi e Gianni Santi, decidono perciò di monitorare la fortezza e scattano diverse foto. Una di queste sarà destinata a far parlare di sé perché mostra, alle spalle di Daniele, immortalato nello scatto, una forma lattiginosa ed evanescente.

Daniele Kalousi nella foto che fece il giro delle tv nazionali

Che si tratti di un fantasma? Sarebbe azzardato confermare tale ipotesi ma l’immagine muove l’interesse di tanti, appassionati del mistero e scettici.

L’evento clou si manifesta però quattro anni più tardi, nel 1999, durante le ricerche condotte da Michele Dinicastro e Daniele Gullà. Quest’ultimo, perito biometrico forense e tra i massimi esperti nel settore, rileva grazie alla termocamera una sagoma che sembra riconducibile al mezzo busto, di lato, di un cavaliere. Nel braccio sinistro compare una macchia che assomiglia ad una ferita e l’armatura, dopo attenti studi, corrisponderebbe proprio all’epoca in cui è datata la leggenda di Soleste e Moroello. Anche in quell’occasione alcuni medium provarono sensazioni di malessere ed uno di loro dichiarò di vedere lo spirito di una donna che vagava disperata come se cercasse qualcuno.


L'immagine ottenuta con la termocamera

È stato sottolineato più volte: ogni castello ha il proprio fantasma (se non addirittura veri e propri “assembramenti”) e dare adito alle leggende è quasi sempre conveniente… soprattutto economicamente. Davanti a certe storie c’è chi storcerà il naso, credendo fermamente che sia tutto costruito ad hoc, e chi si fiderà ciecamente di ogni singola parola, senza dubitare di nulla. Scegliete voi da quale parte stare e magari visitate (quando si potrà viaggiare liberamente ed il covid sarà solo un brutto ricordo) il paesaggio e i luoghi in questione che senza dubbio meritano, per fascino e storia. Per quanto mi riguarda, amo pensare che in qualsiasi dimensione, umana o ultraterrena, l’amore della bella Soleste e del cavalier Moroello abbia trovato la meritata serenità.


Al prossimo appuntamento e non dimenticate che, citando un celebre aforisma, “Quello che è più incomprensibile è che ci sia ancora qualcosa di comprensibile”. (Albert Einstein)

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