- di Luca Fazi - Si dice che per ogni castello ci sia almeno una storia da raccontare, la quale viene tramandata di generazione in generazione, di secolo in secolo fino ad arrivare ai giorni nostri magari un pochino alterata ma non per questo priva di fascino e mistero. I fatti, riportati spesse volte oralmente e con scarsa validità storica, sono confusi e tendono all’esagerazione anche perché (parlando in maniera venale e togliendo quindi il “sentimento”) i miti danno sfogo alla curiosità e quest’ultima muove diverse persone desiderose di visitare certi luoghi, toccare con mano alcuni oggetti e ben disposte a pagare pur di saperne di più. Il “business dei castelli” non lo scopriamo certamente ora e di sicuro non può mancare in un paese come l’Italia dove abbonda sia la “materia prima” che una bellezza artistica unica, perfetta cornice del tutto. Le porte del paranormale però vengono spesso lasciate aperte (o quantomeno socchiuse) anche da coloro che, studiosi in materia, tendono a trattare l’argomento con occhio clinico e razionale…e forse qualche storia è meno leggenda di altre. Ci sono racconti che hanno attraversato lo stivale in lungo e largo diventando parte integrante della nostra tradizione, confondendosi nel mistero più profondo e lasciando ancora oggi molte domande in sospeso: il castello di Azzurrina è l’esempio lampante!
Siamo intorno al 1370 quando Uguccione di Montebello, ricco feudatario della zona, e sua moglie Costanza danno alla luce una bambina che sin dai primi momenti verrà fortemente disprezzata dalla figura paterna. Parliamo del Medioevo e la nascita di una femmina veniva considerata più un peso che una benedizione, vista l’inutilità sul piano militare ed ereditario. A tutto questo aggiungete che Guendalina, il nome scelto dai genitori, nasce albina cioè quel problema congenito dell’individuo che difetta totalmente o in parte di pigmentazione nella pelle; tale anomalia è stata oggi ampiamente studiata ma a quel tempo voleva dire essere imparentati con il demonio e le donne venivano considerate delle vere e proprie streghe. Uguccione ha una dinastia ed una carriera politica da portare avanti ma una figlia con quel problema gli avrebbe creato non pochi problemi; fosse stato per lui sarebbe stata immediatamente uccisa ma l’amore materno di Costanza convince il marito a tentare un rimedio. Con i pigmenti vegetali presenti in zona la donna cerca di colorare i capelli della bimba ma quest’ultimi a causa dell’albinismo trattengono poco la nuova tinta ed il risultato non è altro che un colore azzurro, da lì il nome di Azzurrina. Guendalina, che d’azzurro aveva pure gli occhi, viene protetta e nascosta dalla gente per evitare polemiche e scandali; la piccola nel frattempo, rinchiusa nel castello di Montebello, dimostra un’intelligenza fuori dal comune e quasi innata visto che a soli cinque anni è già capace di parlare correttamente il francese e conosce alla perfezione la musica pur non avendola mai studiata…come se fosse opera del demonio! La vita di Azzurrina appare al sicuro grazie anche alle due guardie, Domenico e Ruggero, incaricate dal padre di tenerla sempre sott’occhio ma nella notte del 21 giungo 1375 tutto cambiò improvvisamente e la bambina divenne leggenda. In corso c’è un forte temporale e Guendalina sta giocando con la sua palla di stracci in una stanza del castello sempre guardata a vista dai protettori; ad un certo punto la sfera rotola giù per le scale che conducono alla ghiacciaia e la piccola inizia a rincorrerla. Domenico e Ruggero la lasciano libera di andarla a riprendere incuranti di ciò che stava per accadere. Guendalina fatica a fermare quella palla che continua, scalino dopo scalino, a scendere sempre più rapidamente…poi un urlo agghiacciante e nulla più!
Le guardie si precipitano immediatamente nella ghiacciaia in soccorso della piccola ma di lei non si trova nessuna traccia se non quella sfera piantata sul pavimento che aveva smesso da poco di rotolare. Domenico e Ruggero furono condannati a morte per la leggerezza commessa ma di Azzurrina, anche dopo meticolose ricerche fatte, non vennero ritrovati neppure i resti. Per tre lunghissimi secoli questa storia fu tramandata solamente oralmente fino a quando, nel 1620, un sacerdote romagnolo decise di riportare per iscritto diverse leggende del posto e comprendendo pure quella del castello di Montebello. L’opera, “Mons belli et Deline”, racconterebbe di una fanciulla di nome Adelina (diminutivo di Adele o Delia, entrambi molto usati nel Medioevo) e non Guendalina ma il condizionale è d’obbligo visto che di tale documento non è stata mai appurata l’esistenza. La leggenda sembra quindi una delle tante (magari più particolare di altre) eppure dagli anni ottanta/novanta del Novecento comincia a raggiungere sempre più notorietà e a diffondersi fra gli appassionati del paranormale. Tutto cominciò con l’inserviente del castello intenta a sistemare alcune cose per conto degli odierni proprietari (la famiglia dei Guidi di Bagno) mentre si trovava nella “sala della cassaforte”; avvertì improvvisamente una strana sensazione che la spinse a girarsi dal punto dove stava e quel che vide fu impressionante: una donna vestita di bianco che camminava sul soffitto e con i lunghi capelli biondi che sfioravano il pavimento. Potete ben capire quanto grande fu lo spavento della signora delle pulizie che immediatamente uscì dalla stanza in cerca d’aiuto.
La cosa ancora più strana? Sul soffitto rimasero le impronte bianche dei piedi (talmente piccole che assomigliano a quelle di una bambina o comunque di una donna del medioevo viste le altezze ben più modeste rispetto alla media dei nostri tempi) le quali, dopo essere state rimosse, prontamente ritornavano ben visibili… come fossero indelebili. Ancora non vi basta? Allora aggiungiamo pure che tutti i mobili presenti nel castello venivano alla sera chiusi con cura dai proprietari per poi ritrovarli aperti al mattino; difficile pensare ai dispetti di qualche buontempone visto che l’intera struttura era già monitorata dai vari allarmi presenti. Dal 1990 in avanti la struttura venne letteralmente assediata fra tecnici Rai prima e da un gruppo di studiosi bolognesi poi (guidati dal perito biometrico Daniele Gullà) alla ricerca di suoni o filmati grazie a strumenti di registrazione e termocamere fondamentali per le analisi di certi fenomeni. I risultati più interessanti negli anni furono evidenziati soprattutto nella notte del 21 giugno (con la cadenza di cinque anni), data non casuale conoscendo la leggenda e da sempre magica (solstizio d’estate) per varie popolazioni passate, anche di culture e tradizioni differenti.
Le indagini hanno prodotto diversi suoni registrati come una voce infantile che certe volte pronuncia la parola “mamma” ed altre ancora singhiozza rilasciando ogni tanto urla agghiaccianti. Decisamente più tetro l’audio dove si sentono melodie confuse ma che aumentano d’intensità con il passare dei secondi e alla fine, ripetuto come un mantra, il nome “Belial”…famoso demone presente anche nell’Antico Testamento. La stanza dove presumibilmente giocava la bambina contiene al suo interno una cassapanca, bottino di guerra di qualche crociata, che raffigura una donna incinta con le intrecciate e legate; sopra questa “tavola islamica” venivano effettuati dei veri e propri sacrifici umani che portavano alla morte sia della madre (per emorragia) che del nascituro impossibilitato nel venir al mondo…chissà se in realtà la povera Azzurrina non sia stata vittima di queste “offerte”.
Gli anni passano, le tradizioni proseguono senza la minima storicità eppure il castello di Montebello continua ad attrarre visitatori e non, come infatti dimostrano le presenze sempre più massicce di parapsicologi e medium. Una di questi ha dichiarato nel 2005 di essere riuscita a parlare con l’anima della povera bimba che le avrebbe confidato di essere semplicemente caduta dalle scale e sotterrata in fretta e furia dalle guardie in giardino per tentare di nascondere il fattaccio. Le versioni che evadono da quella “originale” sono molte e fra queste spicca quella che vede una Azzurrina nata non albina ma con il capello biondo nordico e gli occhi azzurri, segno sfacciato di un possibile tradimento di Costanza con un ospite del castello proveniente dall’attuale Germania. Uguccione dai racconti tramandati sembrerebbe in effetti piccolo e tozzo, non propriamente bello esteticamente e rozzo…i lineamenti ed i modi di Guendalina sono completamente opposti. Un’altra pista seguita nasconde dietro una maledizione, ovvero quella lanciata dallo Stato Pontificio ai Malatesta, divenuti nel tempo sempre più una minaccia per la Chiesa, affinché abbiano problemi con gli eredi…e la nascita della bimba non fu certamente una gran fortuna. Insomma, la fantasia a riguardo non manca e con tutta probabilità non si arriverà mai a dare valenza storica alla leggenda e scoprire finalmente qualche verità. Azzurrina o Guendalina se preferite è veramente esistita? Era albina e realmente figlia del “male” (viste le capacità paranormali che possedeva già in tenera età) oppure frutto di un amore clandestino all’interno del castello? Fu eliminata perché scomoda, scomparsa nel nulla come fosse una stregoneria o vittima di una banale incidente? Nemmeno i posteri potranno dare “l’ardua sentenza” ma nel frattempo la leggenda di Azzurrina continua a rimanere viva suscitando in noi sì un senso di angoscia ma anche un fascinoso mistero, tanto da diventare ormai una “celebrità” fra gli appassionati del paranormale e fonte d’ispirazione per artisti vari (l’ex gruppo rock sinfonico degli Evenoire gli ha dedicato pure un brano).
Nel 2010, sempre il 21 giungo, le registrazioni ed analisi del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) non hanno prodotto nuovi risultati ed in un certo senso il mito della piccola bambina si è leggermente affievolito ma non crediate che finisca così perché le sorprese sono sempre dietro l’angolo. In attesa però che vi decidiate se crederci o meno vi consiglio di visitare ugualmente il castello di Montebello (comprato dai Malatesta nel 1100 circa per 110 lire lucchesi in monete d’oro) che dal 1989 rientra pure fra i monumenti nazionali italiani…il fascino e la storia non gli mancano di certo. In ogni caso la speranza è che la povera Azzurrina abbia trovato finalmente quella tranquillità che probabilmente gli mancò in vita e possa riposare così in pace, oppure tornerà a lasciare qualche messaggio dall’aldilà per non farsi mai dimenticare da noi comuni mortali…in fondo il mistero non muore mai!
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