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Il mistero del Rosso della Paola


- di Luca Fazi - Ogni castello ha la sua storia. Ogni castello ha il suo mistero… e quello dei Vicari, che si trova a Lari in provincia di Pisa, non fa eccezione. La rocca, edificata già intorno all’undicesimo secolo, fu per anni emblema delle battaglie pisane per l’autonomia da Firenze. I suoi locali hanno avuto funzioni amministrative-giudiziarie fino al ventesimo secolo, prima di essere affittati per civile abitazione ed infine rilanciati in funzione turistica. Ciò che ci interessa in questo spazio è il carcere, ormai dismesso, che nel 1922 fu scenario di un fatto di cronaca dai contorni ben poco chiari.


Il castello dei Vicari a Lari

È la sera del 15 dicembre quando il bracciante Giovanni Princi, noto come il Rosso della Paola, viene arrestato e portato nella cella numero cinque del castello. La motivazione? Il gerarca fascista del paese aveva organizzato una festa a teatro alla quale erano stati invitati gran parte degli abitanti. Il Rosso della Paola, insieme ad altri tre amici, cercò di entrarvi per partecipare alla serata ma l’ingresso gli fu negato. Princi, conosciuto a Lari per il carattere impulsivo e per le sue idee dichiaratamente antifasciste, iniziò ad inveire contro le autorità e a lanciare sassi in direzione della casa del Fascio. In pochissimo tempo venne arrestato e rinchiuso dunque nella stanza numero cinque del castello… non ne uscirà vivo.

La mattina del 16 dicembre fu ritrovato impiccato alle inferriate della cella e portato ai familiari ormai cadavere. I parenti osservarono la salma dell’uomo e notarono lungo il corpo degli evidenti segni di percosse ma per paura non contestarono la versione del suicidio.



L’ascesa del Fascismo e il passare del tempo misero in ombra la vicenda, eppure “qualcuno” tentò di non farsi dimenticare. Già, perché se da una parte quelle mura non ospitano più il carcere, dall’altra sembrerebbe che una presenza sia rimasta lì per cercare vendetta riscrivendo la storia: che sia l’anima del Rosso della Paola? Confermare tali ipotesi sarebbe presuntuoso e dai toni altamente capziosi ma le varie testimonianze che si sono susseguite negli anni alimentano dei dubbi non di poco conto, a cominciare da quelle del vecchio guardiano, Annibale Badalassi, e di sua moglie.

La coppia abitò per molti anni all’interno del castello e la signora udì spesso alcuni rumori di catene provenire dalle celle dell’ex carcere. Forse suggestione ma il fatto che avvertisse certi suoni ogni notte tra il 15 e il 16 dicembre è quantomeno singolare. Gli episodi si verificavano con cadenza annuale e spaventarono la donna a tal punto che chiese al marito (spesso fuori con gli amici del bar) di non lasciarla sola durante quelle ore notturne. Anche l’uomo avvertì uno strisciare di ferri unito a dei lamenti difficilmente comprensibili ma comunque evidenti.


Sensazioni percepite inoltre da parecchi abitanti del posto, anche fuori dalla rocca, che hanno raccontato situazioni simili tra loro: un vento forte e gelido che si alza all’improvviso, rumori di catene e puntualmente un’ombra alta quanto un uomo. In alcuni casi, come in quello dell’operaia comunale che stava facendo le pulizie all’interno del castello, appare una sagoma non definita e avvolta nella nebbia che rapidamente attraversa le pareti delle celle.


Il luogo è stato preso d’assalto da diversi medium che, attraverso i “canali” in loro possesso, hanno raccontato una storia differente da quella riportata negli atti ufficiali dell’epoca. Il Rosso della Palma non si sarebbe suicidato ma venne ucciso a calci e pugni vicino alla cisterna del castello; solo in seguito, il corpo fu trasportato dai suoi carnefici all’interno della cella numero cinque per simulare l’insano gesto.

Pura verità o invenzione? Le ombre che trapassano le mura del castello e la sagoma di un uomo circondato dalla nebbia appartengono a Giovanni Princi oppure sono un macabro tentativo per costruire una storia ed attirare l’attenzione dei turisti? Ognuno può farsi la propria opinione a riguardo ma senza dubbio questa vicenda non donerà né toglierà bellezza e fascino al meraviglioso borgo di Lari.

Il castello dei Vicari, oggi museo civico, è sicuramente un patrimonio culturale che merita di essere visitato; se vi fa piacere poi, oltre al Rosso della Paola, ci sarebbe da approfondire un’altra misteriosa vicenda riguardante la rocca, ovvero quella di Gostanza da Libbiano... ma questa sì, è un’altra storia. Alla prossima!

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