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Gustavo Rol: l'uomo del mistero



- di Luca Fazi - Decisamente uno degli uomini più singolari ed enigmatici del Novecento. Ammirato e richiesto da personalità celebri del ventesimo secolo, Gustavo Adolfo Rol è stato un sensitivo di fama mondiale capace di spaccare in due l’opinione pubblica: chi ne ha evidenziato le sbalorditive performance, mettendo in risalto i fenomeni paranormali, e chi, con fermezza, ha classificato gli esperimenti del piemontese come eventi facilmente riconducibili alla sfera del mentalismo.

Ecco, qui potrebbe sorgere già il primo problema, ossia quello di trovare un termine che definisca con precisione il suo operato. Guai ad indicarlo come un mago! Il semplice accostamento lo detestava perché in un certo senso ridicolizzava e spettacolarizzava un qualcosa che in realtà si palesava proprio agli antipodi.

Rol nasce nel 1903 a Torino (città del mistero per antonomasia, nonché un vertice del triangolo della magia nera insieme a Londra e San Francisco) da una famiglia abbiente; suo padre Vittorio difatti è il direttore della sede torinese della Banca Commerciale Italiana. Gustavo sogna di fare il giornalista, pur dedicandosi già da giovane alla pittura, ma dopo la laurea in Giurisprudenza asseconda le volontà del padre e gira l’Europa per conto della Comit.

Lascerà il mondo bancario nel ’34 per aprire un negozio di antiquariato (sua enorme passione), coltivando frattanto una spiccata sensibilità per lo studio delle capacità umane.

Qualche anno prima, mentre si trovava a Parigi per lavoro, avvenne qualcosa di straordinario. Si cimentava con un mazzo di carte per tentare di indovinare con esattezza il colore della carta (rosso o nero) che avrebbe scoperto. All’inizio furono tentativi vani, fino a quando le intuì tutte e cinquantadue. Il metodo? Nessun trucco da illusionista ma il motivo, secondo il sensitivo piemontese, riguarderebbe una teoria da lui elaborata che unisce suoni, elementi e colori.

Scrive sulla personalissima agenda: “Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla”.

Lo stesso Rol racconterà negli anni successivi di essere uscito quel giorno sui Campi Elisi, con il cuore che gli batteva a mille e la sensazione di essere l’uomo più potente al mondo. L’idea svanì in fretta quando un attimo più tardi un uomo gli chiese l’ora; Gustavo era talmente eccitato che gli mostrò semplicemente l’orologio da taschino senza considerarlo più di tanto.

Questo continuò: “Monsieur, quelle heure est-il?”.

Rol si accorse solo in quel momento che l’uomo aveva accanto a sé un bastone bianco per ciechi e il sensitivo, convinto dei suoi poteri, gli disse di concentrarsi sul colore verde, di farlo con convinzione perché così avrebbe visto l’ora esatta… ma l’uomo non vide nulla.

Tuttavia l’italiano continuò nei suoi studi (oltre ad ottenere un’altra laurea, in biologia), con passione e dedizione, e i suoi esperimenti divennero ben noti tra gli uomini di maggiore spicco (anche grazie agli articoli scritti su di lui da giornalisti come Dino Buzzati, Dino Segre (Pitigrilli) e Renzo Allegri). Da Mussolini a de Gaulle, da Fellini a Sordi, così come Zeffirelli, John Kennedy e la famiglia Agnelli: tutti questi e molti altri ebbero modo e piacere di conoscere Gustavo Rol. Il salotto della sua casa in via Silvio Pellico 31, soprattutto a partire dagli anni Sessanta, si trasformò in un punto di ritrovo per personaggi famosi ma anche per gente comune.


Il salotto di casa Rol

Nelle serate trascorse sempre in compagnia di cinque, massimo dieci persone, Rol mostrava esperimenti che lasciavano letteralmente a bocca aperta gli ospiti. Chiedeva spesso di portare risme di fogli ancora intonsi e mazzi di carte sigillati per evitare che qualcuno gli attribuisse una manipolazione. Poi sollecitava l’ospite a piegare in otto il proprio foglio e di nasconderlo tra i vestiti. A quel punto domandava una lettera preferita o più esplicitamente il cognome di un pittore gradito e si metteva in contatto con lo spirito di questo… indipendentemente se l’artista fosse ancora in vita o deceduto. E così, mentre gli altri del gruppo lo guardavano sbalorditi, Rol iniziava a volteggiare un pennello nell’aria come se stesse dipingendo in una tela trasparente. Nel frattempo comunicava con lo spirito del pittore e all’ospite chiedeva che cosa avrebbe voluto vedere nell’opera. Qualcuno rispondeva un tramonto, chi un paesaggio piuttosto semplice e altri invece, ben più esigenti, desideravano particolari più complessi… alla fine però non mancava nulla. L’ospite di turno estraeva il foglio piegato in otto e una volta aperto si trovava il disegno richiesto, curato nei minimi dettagli e con tanto di firma… Picasso, Cézanne, Chagall e così via. Einstein in persona rimase stupito quando Rol materializzò davanti a lui una rosa rossa; il fisico applaudì divertito come un bambino.


Rol con alcuni suoi ospiti

Il sensitivo si dilettava pure nella lettura a distanza dei libri. Molte testimonianze raccontano che faceva scegliere un libro a caso dalla propria libreria (stracolma di testi); Rol, rimasto seduto in un’altra stanza, indovinava perfettamente il volume preso dall’ospite, la pagina e come se non bastasse ripeteva a voce alta le parole che vi erano scritte.

Tutto ciò non poteva che smuovere l’interesse (e le critiche) di diversi scienziati, pronti ad etichettarlo come mago… e uno dei più celebri detrattori fu il divulgatore scientifico Piero Angela. Un aneddoto sui due, riportato da Rol, trascritto su Stampa Sera da Nevio Boni e mai smentito dal famoso volto televisivo Rai, è alquanto curioso. Piero Angela lo mise alla prova domandogli di leggere a distanza un libro che non appartenesse alla libreria presente in via Silvio Pellico 31. Rol acconsentì e il giornalista fece il numero di un suo amico di Boston, oltretutto svegliandolo visto il diverso fuso orario.

“Prendi un tuo libro a caso e aprilo”.

Quindi il sensitivo, comodamente seduto sulla propria poltrona, iniziò ad elencare le parole presenti nel testo.

Raccontandolo all’amico Boni, disse che Piero Angela era incredulo: “… e chissà che faccia avrà fatto quando, tornando a casa, ha notato la mia firma su tutte le carte, compreso il libretto degli assegni che teneva nella tasca. Peccato per la telefonata a Boston che ho dovuto pagare io”.

Gustavo Rol era appassionato di Napoleone e custodiva gelosamente molti cimeli. Nel periodo trascorso in Francia chiese a degli operai di scavare in un punto preciso perché avvertiva delle forti sensazioni; dopo aver vinto l’iniziale contrasto dei ragazzi, questi iniziarono a muoversi di pala… fino a ritrovare un preziosissimo busto del generale.

Gli esperimenti di Rol erano un viaggio alla scoperta del potenziale interiore dell’uomo perché, come affermava, “vediamo solo una parte della realtà”. Elabora dunque il concetto di “Spirito Intelligente”, un’entità in grado di piegare le leggi della materia.



Chi ha modo di incontrarlo descrive un uomo capace di trasmettere serenità e sempre disponibile per dar conforto alle persone in difficoltà. Qui è doveroso sottolineare un altro punto, che lo rende ancor più speciale; Rol, per l’intera durata della sua vita, non ha mai chiesto denaro in cambio delle sue performance. Aveva ereditato una fortuna dai suoi genitori, il negozio di antiquariato era rinomato e una volta smessa l’attività si dedicò alla vendita dei propri quadri: i soldi erano l’ultimo dei problemi. La generosità andava oltre le parole e non si tirava indietro dal fare beneficenza, così come dal visitare gli ammalati. Non sputava sulla scienza e i suoi uomini, tuttavia era abilissimo nel fare “radiologie” già solo guardando per un secondo chi aveva davanti.

“Lo sa sì che lei non ha mai fatto l’appendicite” disse ad una sua ospite venuta per conoscerlo. La donna lo prese subito per matto avendo fatto da giovane l’intervento e ricordandosi perfettamente il ricovero; tuttavia, dopo vent’anni e per puro caso, scoprì di avere ancora l’appendice al proprio posto. E poi.

“Sì, godi di buona salute” disse al giornalista Vittorio Messori “l’unica cosa è che hai un problema alle coronarie”.

L’uomo nei giorni seguenti effettuò una visita da un cardiologo che gli diagnosticò una coronaria ostruita.

Addirittura lo stesso John Kennedy approfittò di una visita in Italia per incontrare il sensitivo ed uscì spaventato da via Silvio Pellico:

“Non posso dirti di più di quanto il color del sangue coprirà il tuo corpo”.



La sua amica fidata Giuditta parla di un altro fatto sensazionale.

“Lui era un uomo alto e con la corporatura possente… dovevamo andare insieme in un posto e presi la mia macchina, una Cinquecento. Era palese che sarebbe entrato a fatica nell’auto però disse di non preoccuparmi e all’improvviso lo vidi di fianco a me ma rimpicciolito. Era lui, il suo aspetto… ma ridotto”.

Sempre l’amica parla di un Rol burlone che amava fare gli scherzi, come quando a distanza di pochi secondi rispondeva al telefono da due numeri appartenenti a due città diverse.

Esperimenti che, a quanto asseriva lo stesso sensitivo, venivano da soli e non potevano mostrarsi a comando. Ecco perché la riluttanza nell’ospitare televisioni e giornali, abili solamente a screditare per paragonarlo ad un mago qualsiasi… ecco perché le accuse di crearsi un salottino tutto suo con persone cui concedeva il permesso di presenziare.

Il noto illusionista Silvan lo sfidò pubblicamente e replicò in tv alcuni suoi esperimenti. Altri invece, come Tony Binarelli (le mani di Trinità – Terence Hill – nella mitica partita di poker), presero le difese del sensitivo che negli eventi, va ricordato, non toccava mai le carte con le mani ma sempre tenendosi a distanza.

Secondo Rol, “quando si vuole una cosa, e si è in buona fede, si può darla agli altri. L’uomo però deve liberarsi dal proprio “io”… nell’aldilà non ci portiamo nulla e una volta morto sarò più vivo di prima e potrò aiutarvi molto di più”.

Non amava, come detto, le etichette ma sovente si definiva una “grondaia” che accoglie le acque. Aveva ricevuto dei doni da Dio e voleva utilizzarli per far del bene a chi lo richiedeva. Tuttavia la sua condizione alcune volte lo faceva stare anche male:

“Sono nato disgraziato, perché così è una sofferenza”.

Morì nel 1994 nella sua Torino, felice di poter riabbracciare la propria moglie norvegese, morta qualche anno prima, e conosciuta a Parigi… lì dove in un certo senso tutto ebbe inizio.


Rol e sua moglie Elna

Ognuno è libero di analizzare le diverse questioni e fare le proprie valutazioni, appendendogli la medaglia dell'uomo straordinario oppure quella da semplice prestigiatore; certo è che il riconoscimento più autentico lo ricevette nel 2005 (ormai morto o passato alla "vita dopo la vita", come direbbe Rol) dal comune di San Secondo di Pinerolo che ha intitolato una piazzetta alla sua memoria per aver salvato (come capitano degli Alpini), durante i rastrellamenti nazisti, le vite di molti partigiani. Come? Beh, ovviamente a suo modo.

“Si fermi comandante, questi ragazzi sono innocenti!”.

“Come fa ad esserne sicuro?”.

“Ne sono certo come sono certo del contenuto dei suoi cassetti nella casa ad Amburgo”.

Rol iniziò ad elencare i vari documenti presenti, molti di questi altamente privati, senza tralasciare nulla… e il comandante, impallidito, bloccò l’esecuzione.


Gustavo Rol al centro, come capitano degli Alpini

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