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G10chi de le Porte: le dieci edizioni storiche



- di Luca Fazi - L’emergenza sanitaria ha spinto l’Ente Giochi de le Porte alla sofferta quanto saggia decisione di annullare il Palio di San Michele Arcangelo. La pausa di certo darà modo per preparare al meglio il 2021 ma al contempo ci consentirà di pensare e guardare con orgoglio al percorso fatto sinora: i cinquant’anni dalla prima edizione non sono un traguardo trascurabile.

Settembre è anche il mese del ritorno tra i banchi, dunque ne approfitto per dare un voto ai Giochi de le Porte: ovviamente, un bel 10! Dieci come altrettante edizioni storiche e indimenticabili che ci hanno maggiormente emozionato… fidatevi, fare una selezione non è stato semplice.

Chiudete gli occhi e assaporate il momento amarcord dedicato alla nostra Festa (in attesa del prossimo anno) ma mi raccomando… subito dopo riapriteli per leggere l’articolo.

1982: Il Palio bruciato

Senza ombra di dubbio il punto più basso della storia dei Giochi de le Porte. Il Palio non è assegnato ma, a differenza del 1997 e del 2020 (quando rispettivamente sisma e pandemia bloccheranno sul nascere l’ordinario svolgimento), l’edizione prende comunque forma in tutta la sua completezza.

Discussioni con toni accesi, irregolarità, contestazioni e regolamenti poco chiari gettano nel caos l’operato dei diversi giudici: alla fine la scelta di non proclamare un vincitore è di quelle drastiche. Al posto del fantoccio della Bastola viene dato alle fiamme il Palio.

1988: La corsa a pelo sostituita


Dopo tre gare è lotta tra San Donato (30 punti) e San Facondino (27 punti). Il giudice dà il via alla corsa a pelo ma il fantino gialloverde viene ostacolato, nel momento della partenza, dalla presenza di alcuni figuranti che non erano stati fatti sgomberare. Andrebbe fermata e ripetuta la gara, eppure gli altri tre fantini proseguono per tutto il circuito (inoltre Stefano Pericoli di San Donato si ferisce per colpa di una transenna che gli si aggancia alla caviglia… finirà poi all’ospedale). I giudici si riuniscono e, ammettendo l’errore per la mancata segnalazione della falsa partenza, procedono al sorteggio di una gara sostitutiva: esce la fionda.

I giallobianchi hanno Giampiero Martini (il “papà” di tutti i frombolieri) che nella gara regolare aveva realizzato l’en plein dei bersagli colpiti, mentre Gelsi (F) si era fermato ad un solo centro. L’esito sembra scontato ma entrambi rompono due piatti e quindi si procede allo spareggio. Con il buio che ormai invade la piazza, Martini vince il confronto e consegna a San Donato il quinto Palio della sua storia.

1994: L’attesa è finita


Il primo Palio è come il primo amore… non si scorda mai. In particolar modo se hai atteso ventiquattro anni e diciotto edizioni per vederlo colorato di gialloblù. Si arriva ad un sorprendente spareggio per decretare il vincitore, con San Benedetto e San Facondino che tagliano dalla lotta finale San Martino, lo squadrone giallorosso capace fino a quel momento di monopolizzare i successi degli anni novanta.

Rosina (F) contro Marco (B), il Cavaliere Pallido (Lucio Pierotti) contro Cagnara (Stefano Pericoli, storico fantino di San Donato passato alla corte gialloblù). Il somarello di San Benedetto è piccolo ma sogna in grande e trasforma in realtà i desideri di tutti i suoi portaioli e dell’indimenticabile priore, Lucio Angeletti. Ora si può rispondere a chi chiedeva “… ma il Palio dov’è?”.

1999: Tutti in posa… cheese!


Con tutta probabilità l’edizione storica per eccellenza. È sfida a due tra San Martino e San Benedetto (ad una gara dal termine San Donato è terzo e a -9 dai primi) che combattono all’insegna della lettera “P”. Da una parte il mitico somaro giallorosso Pallone e dell’altra la classe dei giocolieri gialloblù con il tandem Pappafava-Pannacci: 24 punti riportati sia dall’animale che dai tiratori. Dove San Martino arriva primo, San Benedetto termina terzo e viceversa, per una classifica finale che vede appaiate le due porte a 36.

La corsa a pelo come spareggio sembra una formalità; i giallorossi possono contare su un Pallone, fresco di record nella gara a carretto (1’53’’), che deve vedersela contro un tutt’altro che irresistibile Falchetto (2’18’’). Al suono della campana San Martino passa in testa e conduce con distacco per la quasi totalità del percorso… prima dell’imponderabile. A pochi metri dall’arrivo, il flash di una macchina fotografica disorienta il somaro giallorosso. Attimi concitati che portano l’animale a fermarsi e fare dietrofront; Pallone si scontra con Falchetto, che nel frattempo recupera terreno, e sarà proprio quest’ultimo a tagliare per primo la linea del traguardo.

2005: Dopo un decennio torna il gialloverde


L’adagio recita che “I Giochi de le Porte si vincono alla sorte” e mai fu più appurato come nel 2005. Sì, i pronostici lasciano il tempo che trovano ma in quell’edizione nessuno avrebbe scommesso un solo soldo sulla compagine gialloverde.

È l’anno invece della doppia penalizzazione nella gara a carretto (per San Donato e San Martino), di una sfida con la fionda tra le più deludenti di sempre (vince Nardi (F) con 3, Brunetti (D) secondo con 2, Comodi (M) 2 su 6 e Pappafava (B) addirittura 1 su 6), della serie infinita di tiri con l’arco tra Calzuola (B) e Passeri (F) e per ultimo dello spareggio a pelo.

Già, gli spareggi: San Facondino ne vince due su due e sempre ai danni di San Benedetto (che ne perde anche un terzo considerando la fionda). Il Palio dunque torna gialloverde e i portaioli cantano al loro priore Zenobi “Salvatore curre a pelo”.

2007: Crederci sempre… arrendersi mai!


Chi ben comincia è a metà dell’opera… quasi sempre. Dopo due gare la classifica vede San Martino e San Donato a 21, San Facondino e San Benedetto a 9. Corsa a due? Così suggeriscono i numeri ma con l’arco i gialloblù continuano a sperare grazie al ritorno vittorioso di Pannacci.

L’entusiasmo cresce ma San Benedetto resta comunque a -9 da San Donato, a -3 da San Martino e rimane solo la gara a pelo: servono intrecci capaci di risvegliare le menti matematiche dei portaioli e soprattutto ottimismo da vendere.

Mai però darsi per vinti quando c’è un lumicino di speranza, che diventa fiamma viva nel momento in cui si finisce per fare lo spareggio a tre! Il fantino Simone Bordichini e il somaro Apollo si rendono protagonisti di un’impresa memorabile: il Palio è gialloblù per la quinta volta.

2009: Ancora Gibilisco contro Apollo


Edizione sicuramente equilibrata e decisa sul filo del rasoio. Prima della corsa a pelo la matematica non può escludere nessuna porta dalla vittoria finale, ma il successo ottenuto da San Facondino nell’ultima gara consente ai gialloverdi di giocarsi il tutto per tutto nello spareggio contro San Benedetto.

Dunque, come quattro anni prima, si ripropone la rivalità Gibilisco (F) contro Apollo (B). Non cambiano i protagonisti, non cambia neanche l’esito: vince San Facondino e i gialloblù restano con l’amaro in bocca dopo aver disputato l’ennesimo Palio di altissimo livello.

2010: Il ritorno dei giallorossi!


È un harakiri quello di San Benedetto che butta via un Palio nonostante il +6 sulle rivali dopo la terza gara. A pelo il fantino gialloblù, Claudio Bazzucchi, parte male e scivola lungo il percorso, mentre si danno battaglia Gibilisco (F), Zeus (M) e Pirandello (D) per conquistare l’agognato drappo.

Il primo della lista conduce la corsa e appare destinato alla vittoria ma il somaro giallorosso morde asfalto ed avversari (letteralmente) e porta i suoi nell’Olimpo dei Giochi… altrimenti non si sarebbe chiamato Zeus. Porta San Martino alza al cielo il Palio dopo ben dodici anni di digiuno.

2018: Crederci sempre… arrendersi mai! - Parte 2


Ancora una volta si parla di spareggio a tre e ancora una volta trionfa la compagine partita in sordina. San Donato infatti ha conquistato appena nove punti nelle prime due gare mentre San Benedetto e San Martino si dividono equamente primi e secondi posti.

Con l’arco tuttavia cambia la musica, grazie ad uno strepitoso Marco Nati (D) che trionfa battendo di un punto l’encomiabile 41 di Daniele Astolfi (B). La classifica si muove, i giallobianchi entrano nella bagarre per la vittoria ma a pelo serve un ordine di arrivo ben preciso per sognare lo spareggio… e così sarà!

Intrigo (D) finisce davanti a San Facondino, San Martino e San Benedetto. Estromessi i gialloverdi, la corsa a tre premia il somaro giallobianco e tutta Porta San Donato che non ha smesso mai di crederci.

2019: Br... uno e cinquantuno


Avete ragione, se il Palio si tinge di giallorosso dopo nove anni di attesa è anche grazie al fromboliere esordiente Francesco Comodi (5 su 5 e secondo posto). Avete ragione, come si può non menzionare l’arciere Emanuele Garofoli, anch’esso esordiente e vincitore nella sua gara con un prestigioso 40. Avete ragione, ma perdonatemi se gran parte della scena va a Bruno, il somaro guidato dalla coppia Micheletti-Pascucci e capace di stabilire un record del percorso (1’51”) che ha dell’incredibile.

Poi la tragica notizia nel giorno dell’Epifania: un blocco intestinale ha stroncato l’asino. Una nota positiva nel dramma? Beh, la sincera commozione provata da tutti i portaioli, senza distinzione di colori. Per i Giochi de le Porte un rilevante passo in avanti… per Bruno l’immortalità visto lo spazio che si è conquistato nei cuori di tutti noi.

P.S. La lode al 10? C’è ed arriva puntuale ogni anno grazie alla passione e al sacrificio dei tanti portaioli. Arrivederci al 2021.


* Articolo pubblicato per Il Nuovo Serrasanta, numero di settembre 2020

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