- di Luca Fazi - Doveva renderci migliori. Già, il senso di precarietà dettato dalla pandemia avrebbe potuto aprirci nuovi orizzonti e riorganizzare le nostre vite in una ben più pregiata scala dei valori… pura illusione. I leoni da tastiera (in realtà poco più che mici) non perdono modo per vomitare odio e rabbie represse, in cerca di visibilità e apprezzamenti.
L’occasione perfetta è recentissima, ovvero la positività al Covid di Flavio Briatore. Da sempre odiato e contestato su diversi fronti, il facoltoso imprenditore italiano è stato preso di mira nei giorni scorsi per una presunta frase (“le donne dei poveri le riconosci perché sono cesse”) in realtà mai pronunciata e ampiamente certificata come una bufala che gira online dal 2018… eppure sono ancora in molti a condividerla spacciandola per verità. Il punto però è un altro.
Briatore non si è mai tirato indietro dal minimizzare gli effetti del virus e attaccando puntualmente il governo, reo (secondo lui) di terrorizzare la gente. Interviste, dichiarazioni e post che hanno indubbiamente una gravità maggiore per la visibilità del personaggio, senza contare i deceduti a causa della pandemia. Prendere le distanze, controbattere e dissentire su tali osservazioni è quanto mai doveroso… sperare nella sua morte, “nascosti” dal vigliacco display di un pc o smartphone, crea invece soltanto disgusto.
È sufficiente visitare la pagina facebook del giornalista Andrea Scanzi, in particolare il post del 25 agosto 2020 (inerente alla vicenda e ripreso da Il Fatto Quotidiano), per leggere i vari auguri di morte e altre riluttanti cattiverie. C’è chi ringrazia Dio per aver “colpito” Briatore, chi spera che il virus faccia visita ai leader del centrodestra e chi confida in un’agonia senza sconti: lo sterco del web è in produzione continua. Ingeneroso non menzionare chi esordisce poi con “… la morte non si augura a nessuno ma”, celando in maniera pessima, attraverso la congiunzione avversativa, una giustificazione forse ancor più abominevole.
D’altronde c’è poco da meravigliarsi, in quanto il giornalista aretino (sì, quello che a sua volta etichettava il Covid semplicemente come un “delirio collettivo” e altre amenità – per i malinformati o distratti controllare il video su YouTube) è da sempre amante della provocazione, con post che spesse volte finiscono per far alzare i toni di chi commenta… e non di rado i limiti vengono oltrepassati .
Ho selezionato solo alcuni dei “democratici” pareri digitati: ce ne sono un’infinità ma diversi sono veramente improponibili. Le foto profilo ed i nomi di questi signori non andrebbero censurati (in ogni caso appaiono nella pagina facebook del giornalista, se non rimossi) ma forse è meglio così… sarebbe dargli fin troppo risalto. E così, dopo le bestialità rivolte al segretario PD Zingaretti (a suo tempo positivo) e all’allenatore Mihajlovic (malato di leucemia e preso di mira per aver esternato la propria simpatia nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini), si torna ad intasare i canali social… no, non è vero, il condotto è quotidianamente ostruito.
Ecco a voi la Brown Collection delle schifezze: ovviamente il colore non è casuale.