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Vite da 12: i migliori portieri di riserva

  • Immagine del redattore: Luca Fazi
    Luca Fazi
  • 30 giu 2019
  • Tempo di lettura: 6 min

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- di Luca Fazi - Se nel calcio il ruolo del portiere risulta essere tra i più complicati, dove le qualità tecniche vanno completate con rare virtù mentali, sicuramente quello da riserva è ancor più complesso e delicato. Il classico numero 12 è ben consapevole di aver limitate chance per far presenza e legate in particolar modo alle prestazioni del titolare scelto; solo un infortunio di quest’ultimo o periodi di sbandamento possono capovolgere le gerarchie iniziali che magari torneranno tali dopo la piccola parentesi temporanea. Un numero ristretto di minuti a disposizione usati al meglio e allenamenti svolti con il massimo impegno… solo così il portiere di riserva può ambire a strappare la maglia numero uno e spostarsi da quella panchina, riscaldata per troppo tempo, al campo vero e proprio. I giorni, i mesi come gli anni passano e per il numero 12 non è sempre facile mantenere la tranquillità interiore quando invece vorrebbe spaccare il mondo ma rimane sempre e solo un sostituto. Quanta voglia di cambiare squadra e magari affacciarsi nelle realtà meno blasonate ma “sicure”; il portiere di riserva si allena come gli altri ma il suo momento sembra che non arrivi mai. La nostra Serie A ha avuto storicamente una vasta tradizione di estremi difensori che fra club e Nazionale si sono distinti per le loro prodezze facendosi apprezzare in tutto il mondo ed è ben noto che quando il livello giunge a picchi elevati anche i sostituti sono all’altezza della situazione, pronti e degni in qualsiasi momento per svolgere il loro compito. Oggi voglio dare spazio a quei portieri di riserva che negli ultimi trent’anni avrebbero potuto essere numeri uno in tantissime altre società ma, fra scelte personali o destini più o meno naturali, hanno preferito trascorrere una buona parte della carriera a fare il panchinaro di lusso. I guardiani dei pali selezionati sono dieci ma vi assicuro che tanti altri avrebbero meritato di entrare in questa speciale classifica. Ecco i migliori portieri di riserva:


10° POSTO: Matteo Guardalben


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Il portiere veneto verrà ricordato per esser stato a fine anni novanta il secondo di Gigi Buffon nonostante quest’ultimo fosse più giovane…ma davanti ai fenomeni non c’è storia per nessuno. Nel periodo parmense in media non gioca nemmeno una partita di campionato a stagione ma avrà l’onore di far parte di una squadra vittoriosa sia in ambito nazionale che europeo. A Piacenza prima e Palermo poi riuscirà ad essere il numero uno indiscusso ma i continui problemi fisici gli ridurranno notevolmente le presenze che avrebbe potuto fare.


9° POSTO: Mario Ielpo


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L’estremo difensore romano, poi diventato avvocato, si è fatto le ossa fra Lazio e Siena prima di diventare un punto fermo del Cagliari tra la fine degli anni ottanta ed inizio novanta. La sua nomea di portiere di riserva nascerà però con la maglia rossonera del Milan dove in tre stagioni non vedrà quasi mai il campo ma riuscirà a riempire come non mai il suo palmares personale fra scudetti, Champions e supercoppe. Poteva dare ancora tanto come titolare ma la sua scelta di passare con la squadra di Milano fu premiata per i trofei vinti. Il finale di carriera con il Genoa non sarà di certo positivo, infatti i goal subiti saranno maggiori delle presenze.


8° POSTO: Davide Micillo


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Si parlava molto bene di Davide quando appena maggiorenne militava nelle giovanili della Juventus in attesa di qualche chance per mettere in mostra il suo talento. Assaggia la Serie A con la maglia dell’Ancona ma l’annata fallimentare del club marchigiano non lo aiuterà per lanciarsi nei grandi palcoscenici. In seguito, nell’esperienza genoana, riuscirà a giocare solo dopo la rescissione di Tacconi ma anche in questo caso a fine stagione sarà retrocessione. A Bergamo poteva ambire al posto da titolare ma verrà scavalcato da Pinato. Nei due anni di Parma invece finirà per essere addirittura il terzo portiere. Un possibile talento sprecato.


7° POSTO: Luciano Bodini


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Considerando il periodo nostalgico preso in esame, il portiere lombardo rientra per un soffio in questa speciale classifica ma il “dodicesimo per eccellenza” (come venne ribattezzato) non poteva di certo mancare. Dopo aver esordito in A con l’Atalanta, presentandosi subito con un rigore parato a Renato Curi, Luciano passa alla Juventus dove trova un monumento come Dino Zoff che non è più giovanissimo. Il portiere friulano però regge la pressione andando avanti più del previsto e quando decide di appendere gli scarpini al chiodo viene ingaggiato Stefano Tacconi. Per il “povero” Luciano sembra non arrivare mai il suo momento ma l’orgoglio di vestire la maglia bianconera sarà più forte della tentazione di partire andando a fare il titolare altrove. Una soddisfazione riuscì a togliersela in finale di Supercoppa Europea contro il Liverpool che lo vide titolare ed imbattuto per l’intera partita.


6° POSTO: Paolo Orlandoni


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Qui non parliamo di secondo portiere ma in certi casi addirittura di terzo! Orlandoni, nonostante abbia mostrato sempre buone e concrete prestazioni, ha avuto una carriera complicata che l’ha visto spesso ai margini delle varie società interessate a lui. Solo Reggina e Piacenza gli hanno affidato la parte da protagonista nei palcoscenici di rilievo ma poi solo tanta panchina e pazienza infinita. Nel 2005 ha 33 anni e decide di tornare dove era partito, ossia all’Inter… la scelta fu azzeccata! Sette stagioni con al massimo due presenze in un singolo campionato ma cinque scudetti, tre coppe Italia, Champions e Mondiale per Club messi in bacheca senza buttare un grammo di sudore.


5° POSTO: Davide Pinato


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Eterno secondo, uno di quelli sempre presenti nell’album Panini ma quasi mai protagonista in campo. Il portiere però quando viene chiamato in causa dimostra di saperci fare e forse tutte quelle panchine da secondo risultarono fortemente ingiuste. Dopo una stagione da record con il Monza (un goal subito in 14 gare) viene chiamato al Milan per una stagione nella quale non gioca come numero uno ma può vantarsi comunque della Champions 1989. Sarà con l’Atalanta che si legherà per diverse stagioni e in quella 1996-1997, dopo aver scavalcato Micillo nelle gerarchie, resterà imbattuto per 757 minuti consecutivi stabilendo un record ancora vivo per il club bergamasco.


4° POSTO: Antonio Chimenti


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Zucchina Chimenti è stato per anni un lusso come portiere di riserva, viste le sue doti tecniche niente male messe diverse volte in mostra quando chiamato in causa. Nel 1997 si presenta alla Serie A parando un rigore dopo esser entrato al posto di Konsel. Con la Roma (complice l’infortunio del portiere austriaco) giocherà diverse volte nella stagione seguente per poi cercare titolarità a Lecce, dove trascorrerà ben tre stagioni. Con la Juve sarà il dodicesimo in due periodi diversi e distanti fra loro; farà bene nel primo atto quando riuscirà a giocare pure qualche partita importante. Gli ultimi anni di carriera lo vedranno anche come terzo portiere e la papera contro la Sampdoria sarà un’amara conclusione del suo percorso che avrebbe potuto dargli molto di più.


3° POSTO: Giulio Nuciari


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Nuciari si conquista di diritto la parte più bassa del podio anche grazie alle sue 333 presenze in panchina, un vero record per un numero dodici. Con il Milan vive gli anni difficili della squadra ma riesce a godersi il tricolore del 1988 che ha segnato la rinascita del club rossonero. Si trasferisce a Genova, sponda Samp, e anche lì ha il piacere di vincere uno storico scudetto oltre che alla nostalgica Coppa delle Coppe. Il suo look è leggenda!


2° POSTO: Marco Ballotta


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Il “nonno” del calcio si è dimostrato attivo e valido fino ad età avanzata, come quando a 44 anni ancora calcava i campi più importanti delle nostro campionato. Averlo in squadra era sinonimo di sicurezza e un possibile infortunio del titolare non sarebbe stato un dramma grazie a Ballotta. Marco si è messo in mostra con il Modena dove è rimasto spesse volte imbattuto come nella stagione 1989-1990 quando in C1 subì solo 9 reti nell’intero campionato. A Parma vive da protagonista una sola stagione delle tre passate in Emilia e poi lo vedremo ancora riserva di lusso nella Lazio di fine anni novanta, dietro a Luca Marchegiani. Breve parentesi all’Inter, poi ancora Modena da titolare ed infine ritorno nel club biancoceleste dove, malgrado gerarchie a lui sfavorevoli, ha saputo sbaragliare la concorrenza di portieri molto più giovani.


1° POSTO: Michelangelo Rampulla


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Michelangelo si prende con ampi meriti il primo posto dopo esser stato per dieci anni il secondo della Juventus. Complice un Peruzzi spesso fuori per infortunio, ha saputo ritagliarsi spazi importanti dove ha esibito prestazioni di alto livello, confermandosi il miglior numero 12 di sempre. Prima dell’esperienza bianconera si era messo in mostra con la Cremonese entrando eternamente nella storia per aver siglato di testa un goal contro l’Atalanta nei minuti finali: per la prima volta un portiere di Serie A riesce a segnare in un’azione di gioco… pura poesia nostalgica.

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