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Tutti i gruppi che hanno vinto il Festival di Sanremo


- di Luca Fazi - L’unione fa la forza? In linea di massima sì anche se, in certi aspetti, non porta sempre al risultato sperato. Uno di questi, ad esempio, interessa proprio il Festival di Sanremo. In ben settantuno edizioni, infatti, soltanto dieci occasioni hanno visto il successo di un gruppo. Certo, qualcuno potrebbe obiettare associando la cifra menzionata alla scarsa presenza delle band nelle liste dei partecipanti (anche se, duranti i primi anni, non era affatto così) e forse non avrebbe tutti i torti. Il conteggio, nonostante ciò, appare fin troppo inferiore se paragonato ai successi dei singoli cantanti o delle coppie.

Le righe che seguono ripercorrono cronologicamente le dieci vittorie riportate dai gruppi: le ricordate tutte a memoria? Beh, chiudete gli occhi, fate mente locale e poi riapriteli per confrontare l’esattezza dei vostri ricordi. Prima di lasciarvi alla lettura, una doverosa precisazione. Nell’elenco non compariranno le unioni artistiche create apposta per l’occasione (come nel caso del trio Tozzi, Morandi e Ruggeri, Sanremo 1987), né quei gruppi stranieri abbinati, come le regole di un tempo imponevano, al relativo cantante italiano (è il caso degli The New Christy Minstrels, vincitori insieme a Bobby Solo con Se piangi se ridi, Sanremo 1965). Ora che ci siamo “accordati”, concediamo il giusto spazio alla musica e… buona lettura!


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Homo Sapiens

(1977)


Dopo ventisei edizioni d’attesa, la ventisettesima è quella giusta per proclamare un gruppo come vincitore del Festival. Nel 1977 sono gli Homo Sapiens a conquistare la prima piazza, grazie al meraviglioso brano Bella da morire. Assoluta particolarità: a seguire, anche gli altri due gradini del podio furono appannaggio di due band (rispettivamente i Collage e i Santo California). E pensare che nella kermesse sanremese non era prevista la presenza degli Homo Sapiens; l’interprete della canzone, infatti, sarebbe stato Mal se solo i vari impegni professionali non l’avessero costretto a dare forfait. Alla notizia del loro trionfo sarà diventato una “Furia”?



Matia Bazar

(1978)


Il quintetto genovese si ripresenta per il secondo anno consecutivo al Festival ed ottiene la vittoria con …e dirsi ciao, lasciandosi alle spalle una giovanissima Anna Oxa (Un’emozione da poco) dal look provocatoriamente punk e la Gianna del compianto Rino Gaetano. Sicuramente non è stato il brano più apprezzato dai sostenitori dei Matia Bazar e dagli “addetti ai lavori”, ma è indubbio che il talento della divina Antonella Ruggiero, all’epoca cantante del gruppo, abbia impreziosito la performance corale.







Ricchi e Poveri

(1985)


Un altro gruppo genovese conquista il gradino più alto del podio. I Ricchi e Poveri, orfani ormai di Marina Occhiena, sbaragliano la concorrenza con la loro Se m’innamoro che ottiene quasi il doppio dei voti attribuiti al secondo classificato (il quattordicenne Luis Miguel con il brano Noi, ragazzi di oggi). Pubblico in visibilio per il successo del gruppo ma ancor più scosso (specialmente quello femminile) dalla presenza dei Duran Duran, ospiti nella serata conclusiva: molte sostenitrici accusarono degli svenimenti al passaggio della band britannica per le vie della città. Nell’edizione in questione, clamorosamente, Zucchero arrivò penultimo con Donne.




Pooh

(1990)


Veni, vidi, vici. Un’unica partecipazione al Festival e subito un primo posto raggiunto quasi a furor di popolo. I Pooh mettono in riga un capolavoro come La nevicata del ’56 e il tormentone “Dudu dadadà” (Vattene amore), firmato dalla coppia Minghi-Mietta. L’ex del gruppo, Riccardo Fogli, è addirittura tagliato fuori dalla corsa al podio. In un Palafiori allestito per l’occasione (ci sono lavori di restauro e ampliamento del vecchio e caro Ariston) risuona a decibel irrefrenabili il Dio delle “cittuaaà” più famoso della storia. Uomini soli al comando!



Jalisse

(1997)


Mentre ai Pitura Freska (tra i concorrenti del 1997) “non gli par vero aver un papa nero”, diventa invece realtà uno dei trionfi più inaspettati, insperati e contestati di sempre. La coppia artistica Ricci-Drusian – che lo diventerà anche nella vita, due anni più tardi – sorprende tutti ed alza al cielo dell’Ariston il celebre leoncino dorato. La meravigliosa …E dimmi che non vuoi morire, firmata da Vasco Rossi e Gaetano Curreri ed interpretata da Patty Pravo, si ferma all’ottavo posto accontentandosi del Premio della Critica (che poco non è). Da quel lontano 1997, sono stati innumerevoli i tentativi della coppia per calcare di nuovo il sacro palco canoro ma senza risultati. Ci sarebbe molto da aggiungere, tuttavia si rischierebbe di appesantire l’articolo con… Fiumi di parole.



Piccola Orchestra Avion Travel

(2000)


Sarà che il nome deriva da un’agenzia di viaggi nel casertano, ma il gruppo “capitanato” da Peppe Servillo ha veramente sorvolato zone della classifica impensabili ad inizio manifestazione, fino ad assestarsi in un primo posto che odora di miracolo. Non giriamoci troppo intorno, la vittoria della Piccola Orchestra Avion Travel (con il brano Sentimento) è figlia di una giuria di qualità che concede il massimo dei voti al gruppo e al contempo penalizza tutti gli altri partecipanti. Non è un caso se, a partire da quell’edizione, il peso della giuria in esame verrà di volta in volta depotenziato.



Matia Bazar

(2002)


Tra un “cast” pieno zeppo di big (Gino Paoli, Loredana Bertè, Mino Reitano, Patty Pravo, Fausto Leali ecc) ed i frutti del trash/reality (vedi le Lollipop e i Gazosa), i Matia Bazar tornano a fare la voce grossa (e rinnovata) dopo quasi un quarto di secolo dal primo trionfo. Messaggio d’amore batte, con non molto margine, la vulcanica Alexia che tornerà sul palco e si aggiudicherà l’edizione successiva. Del gruppo che vinse nel 1978, gli unici “superstiti” sono Pierangelo Cassano e il batterista Giancarlo Golzi, mentre la voce è quella di Silvia Mezzanotte. Attualmente sono gli unici, nella categoria “gruppo”, ad aver bissato il successo.



Il Volo

(2015)


Gianluca, Piero ed Ignazio: un baritono e due tenori per formare un gruppo dal successo internazionale. Dopo aver girato il mondo, Il Volo tenta il colpaccio a Sanremo e ci riesce con Grande amore, un brano che si dipana in un susseguirsi di emozioni sino all’esplosività che filtra tra il bridge e il ritornello. Neanche la gettonata Fatti avanti amore di Nek può arrestare la vittoria del trio. L’edizione del 2015 fu senz’altro storica anche in termini di ascolti e riavvicinò il pubblico giovanile, dopo anni, alla kermesse canora.



Stadio

(2016)


Come nel biennio ’77-’78, si verifica di nuovo il trionfo dei gruppi in due anni consecutivi. Gli Stadio vincono con la dolcissima Un giorno mi dirai e riacquistano in parte ciò che gli era sfuggito nelle passate edizioni (una su tutte, il quinto posto con Lo zaino del 1999). Cedono il pass per l’Eurovision Song Contest alla giovanissima Francesca Michielin (seconda classificata) per concentrarsi in un tour che li vedrà, ancora una volta, protagonisti.



Måneskin

(2021)


Serviva di certo una spinta in più per ravvivare il Teatro Ariston, per la prima volta senza pubblico a causa della situazione pandemica. Nessun problema perché in soccorso è arrivato il rock dei Måneskin, ossia il gruppo capace di spodestare la ben più sponsorizzata coppia Fedez-Michielin. Zitti e buoni vince la settantunesima edizione, anche se il successo planetario arriva un paio di mesi dopo con il trionfo dell’Eurovision Song Contest (da 31 anni mancava l’affermazione italiana). Chi vorrebbe un Sanremo “tradizionale” non ha lesinato critiche a riguardo ma si sa… “parla, la gente purtroppo parla”.



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