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Fratelli "minori": Eddy e Max! di Luca Fazi

  • Immagine del redattore: Luca Fazi
    Luca Fazi
  • 25 nov 2018
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 26 nov 2018


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Come in teoria dovrebbe essere, i successi raggiunti o le imprese portate a termine dai nostri amici o familiari non possono che scaturire in noi una sensazione di contentezza, rimanendo ben distanti da sterili gelosie ed invidie; il loro piacere diverrebbe anche il nostro in particolar modo se parliamo di uno “di casa”, o per essere più precisi di un vero e proprio fratello. Il condizionale però è quanto mai obbligatorio quando di mezzo ci possono essere frustrazioni, rabbie malamente represse e soprattutto se certe affermazioni arrivano sullo stesso campo (termine che calza a pennello in questo caso) dove noi stessi credevamo e speravamo di dominare: è il caso dei calciatori Eddy e Max. Sia chiaro, i protagonisti di queste righe non hanno certamente provato odio o qualcosa di simile nei confronti dei loro rispettivi fratelli ma è assodato che la loro carriera si sia svolta interamente all’ombra di chi, è nato prima in famiglia sì, ma soprattutto ben più dotato tecnicamente. Se a quei due nomi citati pocanzi aggiungiamo i cognomi Baggio e Vieri capirete alla perfezione di cosa sto parlando (o meglio scrivendo) e di quanto possa risultare complicato vivere in prima persona certe situazioni. Possiamo inventarci quel che volete visto che né io né voi con tutta probabilità ci siamo ritrovati in un’esperienza simile ma con poca immaginazione e buona volontà di mettersi nei panni altrui riusciremmo a capire perfettamente che quel “fratello di” peserebbe a tutti, ancora di più se i parenti stretti sono fra i calciatori italiani più forti di sempre. Ecco allora che Eddy e Max muovono i nostri occhi a “compassione”, come figli di un Dio minore…come se tiri a campare suonando per le sagre di paese ma il primogenito di casa si chiama Freddie Mercury e puntualmente di te non si ricorda più nessuno. Per carità, è sacrosanto (se non doveroso) provare a fare nella vita ciò che ci piace, mettendo impegno e passione nel quotidiano…ma se in quello stesso “lavoro” hai tuo fratello che è fra i miglior al mondo il senso di inferiorità può salirti ogni quindici minuti. Le occasioni per emularli, seppur poche, non sono mancate ai due a cominciare da Eddy che nel 1991, a 17 anni, entra a far parte delle giovanili della Fiorentina…la squadra abbandonata pochi mesi prima da Roby.



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Roby ed Eddy insieme con la "divisa" dell'Italia

In casa viola incrociano le dita e sognano un Baggio-bis che profumi di consolazione dopo l’addio doloroso del maggiore verso i rivali storici della Juve…non arriverà nulla di tutto questo! I primi anni novanta vedono una Fiorentina altalenante che nel ’93 vive il dramma della retrocessione: la stagione in cadetteria potrebbe dar spazio al giovane Eddy ma nulla da fare, zero presenze. Batistuta, Baiano e Robbiati fanno più gola a mister Ranieri che quando eccezionalmente toglie qualcuno dei quasi inamovibili preferisce dar spazio ai ragazzini Banchelli-Flachi, altrettanto giovani ma già con più esperienza. E’ tempo quindi d’emigrare per Eddy (nome scelto da babbo Florindo in onore di Merckx) ed assaporare il debutto nei professionisti; l’occasione, mentre Roby firma con il Milan, arriva in C1 dal Palazzolo dove timbra le sue prime reti ma finisce ultimo in campionato. Passa al Prato per pochi mesi prima di trasferirsi al Giorgione, terminando addirittura in C2, dove si “guadagna da vivere” ma sempre con quell’alone di chi “potrebbe fare di più” per poi rimanere inadatto ai palcoscenici più importanti. Risale nuovamente di categoria con l’Ancona per arrivare poi alla stagione ’99-’00, un campionato importante sia per lui che per il collega Max. Il fratello di Bobo, di cinque anni più giovane, si ritrova subito in ambienti talmente prestigiosi che non avrebbe mai neanche immaginato nei suoi sogni migliori; è il 1996 e con il passaggio di Christian alla Juve viene tesserato pure il fratellino per il settore giovanile.


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Da sinistra, Brighi e Max Vieri con la Juve nell'estate 2000

Max fa gavetta fra Prato e Fano per poi catapultarsi in una realtà piccola ma che fa sognare i propri tifosi: il Brescello! Il paesino emiliano è stufo di farsi ricordare solo per “Peppone e Don Camillo”così la squadra, partita con il sogno salvezza, si ritrova alla fine del campionato di C1 1999-2000 quinta e con una finalissima playoff da giocare con il Cittadella (altra favola, questa volta divenuta realtà) per avere lo storico pass della Serie B. Max sigla 12 reti nel corso della competizione e non sbaglia dagli undici metri per il momentaneo vantaggio dello spareggio…alla fine i veneti agguanteranno il pareggio e in virtù del miglior piazzamento avranno la meglio. Ironia della sorte, anche l’altro “fratello di”, nella stessa stagione e nella stessa categoria (girone diverso) e sempre con una finale persa all’ultimo, vivrà una stagione prestigiosa sotto l’aspetto tecnico ma maledetta nell’atto conclusivo: Eddy, passato all’Ascoli, termina con un bottino di 22 reti e con il goal in semirovesciata durante il derby-promozione contro l’Ancona, ma anche qui il miglior piazzamento di quest’ultimi fa la differenza. Il gesto tecnico infatti, arrivato ai tempi supplementari, verrà in parte coperto dal pareggio biancorosso siglato allo scadere sul campo neutro di Perugia. Per Eddy nemmeno la gioia di diventare capocannoniere visto un infortunio che gli ha tolto qualche gara e fatto strada all’attaccante del Crotone Deflorio, killer sottoporta come non mai ed autore di 28 centri (record ancora presente in C1).


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I fratelli Baggio insieme alla mamma e al babbo Florindo

I due fratelli minori hanno vissuto quasi le loro stagioni migliori bloccate solo da playoff nefasti e dalla mancanza di quel pizzico in più di fortuna quanto mai necessario…gli anni passano e la paura di non esordire in A comincia a farsi sempre più viva. Il progetto per il 2000-2001 parla ancora marchigiano e vede i due attaccanti ritrovarsi per la prima volta insieme nell’Ancona, la quale diventa una sorta di Nazionale B. L’Inter aveva ospitato i fratelli maggiori l’anno prima ed ora toccava al capoluogo delle Marche coccolare e far esplodere quelli minori…arrivò l’ennesima bocciatura. La coppia offensiva non deluse poi tanto, anzi le 16 marcature complessive non passarono sottotraccia ma il club finì in una decima posizione molto simile ad un cupo Purgatorio quando invece bisognava puntare dritti al Paradiso. Eddy e Max si separano e gli ultimi treni a loro disposizione provengono dal Sud ma anche questa volta non avranno il biglietto giusto (per motivi diversi) per salire nell’Olimpo del calcio. Baggio jr trascina a suon di goal (18) il Catania dalla C1 alla B ma il finale di carriera è diviso solamente fra le serie minori e il dolce ricordo lasciato nel Pisa ’05-’06 dove la sua rete al 98° minuto nel derby (spareggio playout) con la Massese fa esplodere di gioia i cuori nerazzurri condannando momentaneamente (poi ripescati) quelli bianconeri. L’occasione di Max si chiama addirittura Napoli che lo ingaggia nel 2003 per aiutare il club a tornare in massima serie; il centravanti nato a Sidney disputa un campionato partito in sordina e finito con magre prestazioni ma senza ricevere una seconda chance visto il fallimento dei partenopei ed il successivo svincolo dei calciatori presenti in rosa.


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Max con il Napoli

Chiuderà la carriera dove aveva mosso i primi passi, ovvero Prato, ma con l’orgoglio d’aver giocato sei partite con l’Australia, vincendo una Coppa d’Oceania e sfiorando la convocazione al Mondiale 2006 mancata solo per la poco stima ricevuta dal ct Hiddink. Di fratelli “minori” senza gloria ne è pieno il mondo calcistico (e non solo), i vari Digao, Hugo Maradona, Simone Inzaghi fino ai nostri giorni con Enoch Barwuah ed Antonio Donnarumma sono solo alcuni esempi, eppure non è errato affermare che Eddy e Max sono stati i migliori rappresentanti di questa categoria per le loro storie simili, per non aver mai toccato la Serie A, aver vissuto praticamente nello stesso periodo e aver avuto in casa due dei migliori giocatori della storia azzurra. Entrambi oggi allenano in Toscana, Baggio jr i giovanissimi della Fiorentina e Vieri jr come vice per la Primavera dell’Empoli, e chissà se ogni tanto ripenseranno con la mente a quegli anni a cavallo fra i novanta e duemila dove tutto poteva accadere ma alla fine non è stato. A quell’amichevole (1992) in maglia viola (Primavera) contro l’Italia del fratello Roby per il primo e a quell’estate (2000) passata fra il ritiro bianconero con Ancelotti ed il servizio militare per il secondo. Il fatto è che i se non fanno la storia ed il passato può tornare utile solamente per vivere meglio e con maggior attenzione presente e futuro, però nel frattempo di vedere cosa faranno da “grandi” fatemi una cortesia, non chiamateli “fratelli di Baggio e Vieri”…ma semplicemente Eddy e Max!

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