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Dai frappé al cioccolato all'amore di San Siro: gli step di Patrick Cutrone

  • Immagine del redattore: Luca Fazi
    Luca Fazi
  • 26 gen 2019
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 27 lug 2019


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- di Luca Fazi - Pantani, quando ancora era semplicemente Marco e assai distante da quei futuri successi

sportivi, andava a dormire con la sua bicicletta; c’era poco da fare, quell’oggetto doveva essere l’ultima cosa da vedere antecedente all’arrivo di Morfeo e la prima da poter ammirare durante il risveglio. Il pirata di Cesenatico sapeva perfettamente quanto quel telaio fosse costato alla sua famiglia e che il ciclismo sarebbe stato il suo mondo. Anni dopo, un altro milanista dalla nascita ma innamorato di uno sport diverso (il calcio appunto) passava le sue ore di svago in un oratorio come in un campetto improvvisato fra le mura di casa e aveva un pallone con il quale usava coricarsi la notte: quel bambino, ormai ragazzo e uomo, era Patrick Cutrone. La routine non cambiava mai (altrimenti che routine sarebbe), usciva con l’ “amico” tenuto ben stretto sotto al braccio sperando di trovare portieri occasionali da poter trafiggere. Se nessun coetaneo era disponibile chiedeva al fratello Christopher, di tre anni più grande, e in assenza pure di quest’ultimo si passava direttamente a domandare alla nonna. Ore di ripetute per provare e sfiancare quel destro che doveva dargli i risultati precedentemente concordati con sé stesso; tot tiri ed almeno un certo numeri di gol, in caso di punteggio inferiore niente pausa e si ricomincia…ma cosa ne possiamo sapere noi che anche così si sviluppano le doti tecniche oltre che umane.


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Il tesserino di un giovanissimo Cutrone


Quel bambino è ogni giorno sempre più meticoloso e preciso come un orologio svizzero ma d'altronde se nasci Parè , nel comasco, non puoi che farti influenzare dalla brezza elvetica. Muove i primi passi nella Parediense, oggi Colverde, e francamente non ci mette molto a farsi notare perché quella sua ferrea disciplina non è da tutti e a cinque anni è proprio merce rara. Dopo scuola non fa in tempo a scendere dall’autobus che subito fa il cambio borse…mette via il bagaglio con i libri e prende quello con calzettoni e sogni. Siano benedetti i genitori che gli ricordano di mangiare perché altrimenti Patrick non ci penserebbe affatto, meglio metter dentro un pallone che qualcosa nella pancia. In supporto c’è la gelateria, Arrighi, dove i gestori spesso e volentieri gli servono un frappé al cioccolato che per il giovanissimo Cutrone rappresenta il massimo dell’evasione. Di natura è sempre sorridente (anche se capace di imbronciarsi a lungo in caso di sconfitta) ma è solo quando arriva l’ora degli allenamenti che riesce a spalancare con non mai le sue labbra…gli occhi brillano per la gioia e riflettono la sfera di cuoio. Il suo sguardo verso il pallone è amorevole come quello riservato da Filippo Inzaghi verso la Champions…e non a caso il primo è un fan sfegatato del secondo. Superpippo vince da protagonista la coppa dalle grandi orecchie ad Atene nel 2007 e Patrick, grazie a quelle immagini, sogna scenari futuri con lui protagonista. L’attaccante piacentino è ligio alla dieta, alle regole e malato del gol…Cutrone ha i suoi stessi pregi e la medesima malattia. Uno si alimenta con i plasmon, l’altro prende forza dal gelato variegato alla nutella: stranezze e particolarità che li fanno apparire come dei gemelli separati dalla nascita. Facile pensare che sia tutto assurdo ed esagerato eppure per certi individui quella sfera che rotola rappresenta il tutto e dietro quei movimenti riescono a vederci un mondo infinito che spazia dalla filosofia alla storia, fatta di uomini coraggiosi e instancabili sognatori seriali. Non ha nemmeno dieci anni quando il piccolo di casa Cutrone riesce senza problemi a mettersi in mostra sul campo e muove l’interesse di diversi osservatori. Ha il Milan nel cuore ma sono i cuginetti neroazzurri in primis a cercarlo ed ad andarlo a vedere in una partita: in quella gara l’attaccante sigla addirittura otto reti. Il biglietto da visita non poteva che essere dei migliori ma la società non è completamente convinta e perde tempo…l’esatto contrario che fa il Diavolo. I rossoneri osservano Patrick in un’altra gara alla fine meno prolifica eppure hanno già tutto chiaro e si fanno avanti senza incertezze chiedendogli se fosse interessato ad unirsi con loro…come aver domandato a Freddie Mercury se sarebbe stato disposto a prendere in mano un microfono e salire sul palco. E’ il tesseramento dei suoi sogni e quei colori indossati sono sufficienti per fargli trovare quotidianamente le motivazioni giuste. Ogni allenamento è vissuto al massimo dell’intensità perché di risparmiarsi un po’ non se ne parla proprio…quel desiderio costerà pure molta fatica sì ma rimane il più speciale di tutti e se dovesse finire non si darebbe pace. Passano le stagioni e Patrick diventa sempre più dotato fisicamente e tecnicamente ma non maturo psicologicamente…quello lo era già! Arriviamo allora alla penultima partita del 2016-2017 che vede Cutrone debuttare in A nel confronto contro il Bologna.


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Il debutto di Patrick: qui festoso con i compagni dopo il gol finale di Lapadula

Il match vale tanto per il Milan che torna in Europa dopo tre anni all’asciutto ma conta molto di più per il giovane attaccante capace di raggiungere il primo step della sua carriera. Cinque minuti, appena cinque minuti per respirare l’aria di San Siro e comprendere che quel profumo gli procurerà dipendenza. Finisce il ciclo Berlusconi e il Diavolo passa ai cinesi che investono tanto e male per una squadra che vuole tornare grande. Le idee sono tante e si cerca di fare piazza pulita; Cutrone, giovane e talentuoso, non viene naturalmente venduto ma la sua cessione in prestito al Crotone sembra cosa fatta. Fortunatamente per i cronisti non prende forma (almeno per il momento) la frase “goal del Crotone con Cutrone” (sai che impappinamento) eppure la squadra calabrese sarà ugualmente “protagonista”. Patrick si rende attore principale di una pre-season incredibile dove timbra una doppietta nientemeno che al Bayern Monaco (praticamente al completo) e trova i primi centri in partite ufficiali grazie all’Europa League. L’attaccante viene tenuto e va in gol alla prima di campionato proprio contro i pitagorici…finirà in doppia cifra e con 18 realizzazioni finali nonché miglior marcatore della squadra. L’anno seguente si ritrova ancora un pizzico di Calabria (non il compagno Davide,eh) davanti, ovvero l’allenatore Gattuso, che naviga da tempo in cattive acque e sarà proprio il bomber comasco a tirargli il salvagente per non affogare…il suo gol ai supplementari nel derby di Coppa Italia non certificherà solo il passaggio del turno ma oggettivamente indirizzerà in positivo il resto del campionato.


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Cutrone in Nazionale: esordio a Manchester il 23 marzo 2018 nell'amichevole contro l'Argentina

Se è Inzaghi il suo riferimento non poteva che dar importanza agli impegni europei e quindi diventa il più giovane italiano ad arrivare a 10 centri nelle manifestazioni continentali, polverizzando il record di Bettega. Il resto è storia da scrivere per un ventunenne che si trova solo all’inizio della montagna ma che ha tutte le credenziali per diventare un ottimo alpinista. La dote principale oltre il valore tecnico? Sicuramente il saper dar valore e spazio al ruolo della famiglia; non a caso quel tatuaggio nell’avambraccio destro raffigura il suo nucleo familiare, non a caso quel 63 sulla schiena come l’anno di nascita di suo padre. I tempi dell’oratorio insieme a Don Mario cominciano ad essere lontani ma restano straordinariamente vicini grazie all’umiltà che abita da sempre nel cuore di Patrick…l’umiltà di chi ancora si emoziona se gli viene chiesto un autografo. Il padre Pasquale l’ha visto con orgoglio esordire in Nazionale grazie alla chiamata di Di Biagio e contemporaneamente caricarsi sulle spalle una squadra di club che da troppo tempo cerca di ritrovarsi in ciò che era: l’augurio è di un futuro ancora più dolce…come un gustoso frappé al cioccolato.

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