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Almeno 30 gol nello stesso campionato: gli unici calciatori a fare l'impresa


- di Luca Fazi - Le ultime stagioni di Serie A ci hanno consegnato dei capocannonieri davvero sorprendenti per numero di gol… ma non è stato sempre così. Se gli anni cinquanta, ad esempio, si sono contraddistinti in tal senso, ci sono stati decenni in cui il bomber stagionale veniva incoronato con una cifra relativamente bassa, come nelle annate degli ottanta. In ogni caso, al di là del periodo preso in considerazione, è innegabile che la soglia dei trenta gol in campionato sia una linea di confine di assoluto rilievo: superata questa si entra nel mito.

Dall’istituzione del girone unico è accaduto soltanto dodici volte, grazie alle prodezze di dieci calciatori (due di questi sono riusciti a bissare l’impresa). C’è chi, nonostante l’altissimo score personale, ha fallito l’appuntamento con lo scudetto e chi, incredibilmente, è arrivato secondo nella classifica dei marcatori stagionali: della serie, quando il gol non basta.

Li ricordate tutti? Prendetevi un paio di minuti, rifletteteci e poi scorrete l’articolo per verificare la freschezza della vostra memoria. Buona lettura!


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Giuseppe Meazza (Inter)

1929/1930

31 gol in 33 presenze


Tre scudetti (il primo proprio nella stagione in questione) e – soprattutto – due Mondiali di fila vinti sotto la guida di Pozzo. Bomber spietato ed emblema del club nerazzurro quando ancora si chiamava Ambrosiana, ed infine Inter. El Peppìn depositò in rete ben trentuno palloni (fu l’annata più prolifica della sua carriera, se escludiamo il ‘28/’29 quando ancora non vigeva il girone unico). Tra questi meritano la menzione le triplette inflitte al Padova, alla Lazio e al Genova (Genoa), senza tralasciare il poker rifilato alla Roma in un tennistico 6 a 0.


Felice Borel (Juventus)

1933/1934

31* gol in 34 presenze


L’enigma del numero esatto. L’asterisco sulla cifra delle realizzazioni è dovuto ai pareri contrastanti: fonti autorevoli dicono trentuno mentre alcune, altrettanto qualificate, propendono per trentadue. In ogni caso Borel II (essendo il fratello minore di Aldo Giuseppe), detto anche Borellino, fu un attaccante dal fiuto eccezionale per il gol e assoluto protagonista bianconero nella “seconda parte” del periodo ribattezzato come Quinquennio d’oro. Nella stagione presa in esame si toglie lo sfizio di siglare due triplette: una al Brescia ed un’altra in trasferta, contro la Roma, dove deciderà il match terminato 2 a 3. Se non fosse stato perseguitato dagli infortuni chissà dove sarebbe arrivato…


Gunnar Nordahl (Milan)

1949/1950 e 1950/1951

35 e 34 gol in 37 presenze


Per due anni di fila sopra le trenta marcature. Un gol in più nella prima stagione, a fronte del medesimo numero di partite giocate. Quando si nomina Nordahl viene sprigionata magia pura. Per cinque volte è stato il capocannoniere (record tuttora imbattuto). Non basta? È il miglior marcatore della storia del Milan e il terzo nella classifica della Serie A di tutti i tempi. Nel primo campionato fa tripletta con il Como e in trasferta contro la Juve (in un pirotecnico 1 a 7), per poi concedersi il poker ai danni del Torino; nel secondo (che porterà alla conquista dello scudetto), quattro gol al Novara, tripletta al Padova e – ancora una volta – al povero Como.


István Nyers (Inter)

1949/1950 e 1950/1951

30 e 31 gol in 36 presenze


Ammettiamolo: a quanti è capitato di fare almeno trenta gol in un campionato? Pochi, molto pochi, e queste righe sono eloquenti a riguardo. Beh, al francese naturalizzato ungherese è successo per ben due volte, oltretutto consecutivamente. Quindi altrettanti titoli da capocannoniere? Signori miei, la risposta è negativa. Mentre il nerazzurro Nyers faceva trenta e trentuno, nello stesso biennio il “cugino” rossonero, venuto dalla Svezia, toccava trentacinque e trentaquattro. Niente titolo personale (e niente scudetti) per il centravanti interista che punì il Como (tripletta) e il Bari (poker di reti) nella stagione ‘49/’50 e collezionò quattro triplette – tra Roma, Napoli, Pro Patria e Udinese – nel campionato successivo. Ironia della sorte, aveva già ottenuto il titolo di capocannoniere nella prima annata nerazzurra (‘48/’49) con “appena” ventisei sigilli.


John Hansen (Juventus)

1951/1952

30 gol in 36 presenze


Un altro bomber venuto dal Nord-Europa entra nella ristretta cerchia dei marcatori da (almeno) trenta gol stagionali. L’affermazione di Hansen nel ’52 rappresenta l’unico intermezzo all’egemonia del collega Nordahl. Trenta centri riportati dal danese (preziosi a colorare il tricolore di bianconero) che, senza pietà, mette l’Udinese nel mirino delle sue vittime preferite: tripletta all’andata e doppietta nel match di ritorno. Degna di nota la tripla marcatura ai danni del Legnano. Venne in Italia dopo i Giochi olimpici del ’48 (in cui castigò proprio la compagine azzurra); aveva trovato l’accordo con i dirigenti del Torino ma alla fine firmò per la Juventus.


Antonio Angelillo (Inter)

1958/1959

33 gol in 33 presenze


A chiudere come si deve il prolifico decennio degli anni cinquanta, ci pensa il talento argentino naturalizzato italiano. Il suo non è un record qualunque perché fu il primo bomber, da almeno trenta centri stagionali, a poter vantare la media di un gol a partita. I trentatré del ‘58/’59, tuttavia, non bastarono all’Inter per aggiudicarsi lo scudetto (arrivò terza). Da ricordare la tripletta inflitta all’Udinese e – in particolar modo – la cinquina realizzata nel match contro la Spal. Troppe uscite serali gli costarono il prematuro addio all’Inter, nel 1961.


Luca Toni (Fiorentina)

2005/2006

31 gol in 38 presenze


Il copione recitava così: gol e mano destra, a coppa, ruotata intorno all’orecchio. L’esultanza del centravanti modenese è entrata nella storia così come le trentuno marcature che gli valsero la Scarpa d’oro… la prima di un giocatore italiano. La tripletta al Parma è soltanto una delle innumerevoli delizie proposte dal bomber. Con i viola terminerà quarto in campionato (nono dopo le sentenze di Calciopoli) ma nella stessa estate avrà modo di rifarsi giocando e vincendo il Mondiale. Trofei e numeri a parte, Luca Toni rimane per tutti il Numero Uno… e non fate finta di non ricordare!


Gonzalo Higuaín (Napoli)

2015/2016

36 gol in 35 presenze


Come nelle favole… ma è la realtà! Il 14 maggio 2016, al San Paolo, si gioca l’ultima gara della stagione tra Napoli e Frosinone. Gonzalo si presenta con un bottino di trentatré gol in trentaquattro presenze, con tre partite saltate per squalifica. Il record di Nordahl? Serve una doppietta per eguagliarlo ed una tripletta per superarlo, ma alla fine del primo tempo il bomber argentino è ancora a secco. Poi la luce. Trentaquattro, trentacinque e – con un gesto tecnico da ammirare in loop – trentasei. Sono più le reti delle presenze. Nella classifica marcatori di quella stagione riuscì quasi a “doppiare” gli altri colleghi. Unica nota negativa? I sigilli non saranno sufficienti per portare il tricolore ai piedi del Vesuvio.


Ciro Immobile (Lazio)

2019/2020

36 gol in 37 presenze


Come Higuaín. Il centravanti di casa nostra conclude il campionato con lo stesso numero di reti dell’argentino (ma con due presenze in più) ed ottiene l’agognata Scarpa d’oro (terzo italiano a riuscirci). Pronti via ed è subito doppietta alla prima giornata contro la Samp, punita pure al ritorno… ma con una tripletta. Tre gol serviti anche al Verona (in trasferta) e record “solo” eguagliato nell’ultima di campionato, proprio in quel San Paolo che fu di Gonzalo. Il bomber laziale perciò entra di diritto nel gruppo ma, in tutta sincerità, non è da escludere che si ripresenterà con altre annate eccelse. Magari portando il club biancoceleste più in alto del quarto posto ottenuto nel ‘19/’20.


Cristiano Ronaldo (Juventus)

2019/2020

31 gol in 33 presenze


Il portoghese è il terzo bianconero presente in lista. Come il nerazzurro Nyers, assaggia la sensazione agrodolce di concludere la stagione con più di trenta marcature senza ottenere il titolo di capocannoniere. Si consolerà – e non è poco – con la conquista dello scudetto. Avete ragione, era stato chiamato per vincere la Champions e l’obiettivo non è stato centrato ma il calcio è uno sport di squadra e – numeri alla mano – il portoghese non ha fatto mancare il suo apporto in termini di reti. Titolo di miglior marcatore? Tranquilli, arriverà comunque nella stagione successiva, con ventinove gol.

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