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Pc Calcio7: la top 11 delle giovani promesse

Aggiornamento: 30 ott 2021


- di Luca Fazi - Sembra incredibile ma sono passati più di vent’anni, la bellezza di due decenni abbondanti da quando, per la prima volta, inserivamo quel cd e iniziava di conseguenza la magia. La stessa schermata iniziale ti portava a sognare, ma non c’era molto tempo per farlo perché subito si palesava ai tuoi occhi una fondamentale decisione da prendere: rimanere nei confini italiani o cercare l’avventura in Europa?

Ovviamente sto parlando di Pc Calcio7, il videogioco manageriale sviluppato in Spagna e poi venduto anche nel resto d’Europa dopo l’esperienza della prima edizione. Ormai va per la maggiore Football Manager (che negli anni ha appassionato una moltitudine di persone grazie alla sua precisione nel dettaglio, rendendo la gestione di un club sempre meno dissimile dal reale) ma il gioco prodotto dalla Dinamic Multimedia è rimasto nel cuore di noi inguaribili nostalgici per quel fascino unico e – soprattutto – per una praticità invidiabile: non servivano svariate ore per terminare un campionato e tutto si sviluppava con estrema facilità, senza il bisogno di star dietro a tremila fattori.

L’edizione del 1998 non sarà stata la prima della serie ma sicuramente la più riuscita, sia per un prezzo accessibile a qualsiasi tasca (il costo era di gran lunga inferiore rispetto, per esempio, ai Fifa) che per la sua giocabilità semplice ma allo stesso tempo emozionante. In Pc Calcio7 avevi un vero e proprio team alle tue dipendenze, dove non trovavi soltanto i giocatori da utilizzare per le partite ma uno staff al completo che andava dal classico direttore sportivo al giardiniere, passando per lo psicologo; quest’ultimo poteva essere “utile” per guarirci da quella dipendenza che il videogioco inesorabilmente creava. Già, perché staccare da quella schermata era spesse volte una missione eroica. I “Mamma altri cinque minuti e scendo” si sprecavano, per dimostrarsi poi delle balle colossali quando le lancette continuavano a girare e puntualmente arrivavi in ritardo: cena già servita nei piatti e cazziatone materno come must have.

Chi ha avuto contatti con questo “gioco” sa benissimo di cosa sto parlando e – ça va sans dire – del trauma adolescenziale scaturito a causa delle nostre pessime gestioni dei soldi virtuali. Non siate falsi e non ditemi che quel “Attenzione! Sei in rosso” pronunciato, oltretutto, con una voce tetra degna di un film horror, sia stata rimossa dalle vostre menti. Se l’avete cancellata è stato solo per tentare, invano, di dimenticare ma intanto quell’uomo brizzolato, che rappresentava la vostra Dirigenza, non si è mai dimenticato di voi… fidatevi! Non avevi il tempo di celebrare una vittoria che, puntualmente, arrivava quella voce maledetta per dirti che eri finito in uno stato economico affine alla “modalità barbone” e potevi pure dire addio ai tuoi sogni di gloria, sempre se non reperivi entro poche settimane i fondi necessari per continuare (strozzini di merda!). Le strade, pertanto, erano due: o vendevi i giocatori (ma quelli da una media bassa poiché i big non si muovevano) o chiedevi dei prestiti che duravano come il flash di un lampo. Magari avevi allenatori immaginari, aggiunti da te (ti ho sgamato furbino) che potevano “rimpinguarti” le casse oppure chiedevi l’elemosina al tuo compagno di gioco che, per una manciata di lire, voleva in cambio Djalminha, Rivaldo, Ronaldo e “ci sto pure rimettendo”… quando ci sono gli amici, eh?


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I calciatori seguivano un loro processo per crescere e diventare dei fenomeni: la media saliva di tre punti dopo ogni stagione (entro 84, poi di due ed infine di uno per quelli sopra i 90) solo dopo aver fatto almeno venti presenze, ma tutto questo fino ai 25 anni ossia l’esatto confine oltre il quale non si poteva migliorare. I valori rimanevano stabili per un lustro ma alla soglia dei trenta calavano vertiginosamente a picco, campionato dopo campionato. Il pensionamento era precoce: infatti (nella maggior parte dei casi e con l’opzione ad hoc attivata) al trentatreesimo compleanno il calciatore, che non aveva ricevuto un prolungamento in precedenza, diceva tranquillamente addio al calcio giocato, appendendo i famosi scarpini al chiodo.

Fin qui tutto bello e divertente ma se parliamo di Pc Calcio7 non si può non menzionare una delle piaghe della nostra società che, nel videogioco, prendeva forma in maniera brutale: lo sfruttamento minorile! Quei simpaticoni dei produttori decisero di inserire dei bug, mettendo alcuni profili iniziali che avevano l’età di bambini non ancora idonei neanche per frequentare la scuola elementare. Chi può dimenticarsi del pacchetto difensivo formato da Kuci, Wuillot e Kozluk? Campioni in erba? Beh, per meglio dire, in fasce visto che l’età complessiva dei tre si aggirava intorno ai dieci anni. Indimenticabile il centrocampista Rizzo del Crystal Palace che, con solo qualche mese di vita, era già pronto per indossare maglietta e calzettoni ed iniziare la sua carriera da professionista; altri tempi ed altri giochi, tuttavia anche questi bug rientrano di diritto nella poesia nostalgica.

Pc Calcio7 ti permetteva pure di gestire il commercio dei punti di ristoro ed ottenere introiti attraverso i cartelloni pubblicitari che inserivi nello stadio. La tua fortezza, dove giocavi le partite casalinghe, poteva essere ampliata di capienza (basta “pagare”) e ti era concesso prenderti cura dei servizi al suo interno, come parcheggi e bar. Al diavolo quel giardiniere che ad ogni passaggio di categoria ti ricordava il pessimo stato dell’illuminazione o di quanto facesse schifo il manto erboso… ogni volta era una piacevole, quanto romantica, multa.

La sfida America-Europa, le offerte delle televisioni per le tue partite, la base dati o l’opzione “seguito” per aggiornare manualmente il campionato: questo, e tanto altro, era Pc Calcio. #Machenesanno i “duemila” di quando con il Marsala andavi a giocare la Champions contro la Juventus (e la sfavorita era quest’ultima) o degli scudetti vinti a mani basse con il Gualdo… o magari dell’Intercontinentale alzata con l’Extremadura.

Gli anni passano e quei giocatori hanno smesso (quasi tutti) di tirare calci ad un pallone, eppure chi ha ancora la possibilità di inserire il cd continua a farlo, senza mai stancarsi di sentire le solite frasi o vedere le classiche schermate… mettetemi pure nell’elenco.

È tempo di rinverdire i ricordi.

Voglio proporvi la top 11 (dal valore di una guida, per chi volesse risentire i brividi delle gare) dei giocatori che avevano dai 20 anni in giù in quel 1998, considerando il modulo altamente offensivo 4-2-3-1 in cui ogni profilo rispetta il ruolo assegnatogli dal gioco. Badate bene, non troverete i vari Ronaldo, Raul o il nostalgico Wittek in quanto non rientrerebbero per “anzianità”. Quindi leggerete esclusivamente i migliori undici in ottica futura, nati nel 1978 a scendere ed escludendo i vari bug… sarebbe fin troppo semplice. Come sempre, vi auguro una buona lettura e che Samir Beloufa, novantuno di media, ci protegga!


* I seguenti valori fanno riferimento alla versione non aggiornata del gioco, quindi senza “Plus”.


PORTIERE

Gianluigi Buffon

(Parma, media massima 93)


Inutile girarci intorno: Gigi era un numero uno pure vent’anni fa e le sue doti tecniche non passavano inosservate neanche nei giochi virtuali. Nella stagione ’98-’99, il portiere si poteva comprare dal Parma dove già militava come titolare inamovibile. Con la media iniziale fissata a 87 che poteva raggiungere un massimo di 93, avevi la sicurezza tra i pali. Buffon era il top di gamma offerto dal gioco in ottica futura, ma non citare Landreau del Nantes sarebbe un delitto, visto che il francese si assestava a 92, ad un passo dal portiere nostrano.


TERZINO DESTRO

John Curtis

(Manchester United, media massima 91)


A destra maglia da titolare per il terzino Curtis che, all’inizio del gioco, aveva ancora 19 anni ed un invidiabile media stabilita ad 80. Il giocatore reale, dopo l’esordio con i Red Devils, non ha saputo mantenere le aspettative che circolavano sul suo conto e così, tra una coppa di lega vinta ed altre esperienze in club inglesi, terminò la propria carriera in Australia. Nel videogioco era invece un vero punto di riferimento, capace di giocare anche come centrale difensivo. Okunowo del Barca si dimostra sicuramente una valida alternativa (stessa media finale), anche se il suo stato da extracomunitario lo rende meno appetibile per le restrizioni da rispettare nello schieramento.


CENTRALE DESTRO

Philippe Christanval

(Monaco, media massima 92)


Philippe lo inseriamo nel suo ruolo naturale, ma nel gioco poteva essere applicato sia come terzino destro cha laterale di centrocampo. Il profilo in carne ed ossa, dopo l’esperienza con il Monaco, è stato ingaggiato dal Barca per poi emigrare in Inghilterra, sponda Fulham. Qui veniva fatto giocare davanti alla difesa sfruttando il suo talento nei passaggi filtranti. Fu convocato con la Francia per i Mondiali del 2002 ma, anche in questo caso, possiamo parlare di un calciatore che aveva fatto intravedere, ad inizio carriera, ben altre doti. Una valida alternativa, in Pc Calcio7, è l’inglese Woodgate che a fine anni ’90 sembrava dovesse diventare un talento assoluto. Senza dimenticare il rossonero Beloufa…


CENTRALE SINISTRO

Walter Samuel

(Boca Juniors, media massima 91)


The Wall era già leggenda da giovanissimo quando, in Argentina, muoveva i primi passi vincendo da protagonista campionati e coppe. Nel gioco partiva da una media di 82, con davanti ben quattro stagioni per crescere ed arrivare al top. Purtroppo occupava uno slot per gli extracomunitari, ma ne valeva assolutamente la pena. Con l’Inter ha vinto tutto… ma vi assicuro che con il mio Marsala virtuale ha fatto molto meglio! Il libero (adattabile a centrale sinistro) Bouschamanov dello Spartak Mosca e l’inglese dell’Arsenal Upson sono degli ottimi cambi, senza tralasciare il connazionale Cufrè.


TERZINO SINISTRO

Jorge Felipe

(Vasco da Gama, media massima 92)


Con il brasiliano apriamo la parentesi “errori anagrafici” del videogame. Felipe nella realtà è nato nel 1977, ma su Pc Calcio7 compare con un anno in meno e quindi meritevole per rientrare in questa speciale classifica, seppur in maniera poco ortodossa. Tutto ciò gli permette di passare da una media massima di 91 a quella di 92, sbaragliando dunque la concorrenza. Il vero calciatore è stato convocato dalla sua nazionale per la Coppa America del 2004 vinta in Perù con il numero 20 sulle spalle, mentre a livello di club ha assaggiato il calcio europeo solo con i turchi del Galatasaray. Non vi gusta Felipe? Nessun problema, acquistate pure il camerunense della Roma Wome… media finale 91 e tanta duttilità tattica.


INTERNO DESTRO

Peter Luccin

(Olympique Marsiglia, media massima 93)


A tutela della difesa, apriamo le danze con il centrocampista francese Luccin che si trovava, già al primo anno, con una media fissa di 87 (nemmeno 20 anni d’età). Era il punto cardine di ogni giocatore che voleva il meglio a centrocampo, ottimo per il futuro ma già pronto ad essere titolare nelle squadre di livello. Peter nella sua carriera reale ha fatto la trafila nella nazionale francese senza mai riuscire ad esordire in quella maggiore. Per lui tanti diversi club importanti tra Spagna e Francia, prima di concludere il suo percorso nel campionato statunitense. Il “nostro” Stephen Appiah, in forza all’Udinese, raggiungeva la stessa media ma impiegava più tempo e non era comunitario come Luccin. Ottimo anche l’argentino Insùa.


INTERNO SINISTRO

Esteban Cambiasso

(Independiente, media massima 95)


El Cuchu non era ancora maggiorenne e potevi già trovarlo a 87 di media nel campionato argentino, dov’era stato mandato realmente in prestito dal Real Madrid. La sua carriera si potrebbe commentare in maniera venale, citando i vari trofei ottenuti, ma siamo nostalgici del gioco e allora parliamo del profilo virtuale che ha altrettanto trionfato con i vari allenatori da tastiera: la sua media finale da 95 (non salivano più di così) è leggenda! Per chi puntava ad avere i migliori in ogni reparto, lui era imprescindibile e da prendere a qualsiasi costo senza badare al portafoglio. Nessuno arriva al suo livello, ma i vari Stankovic, Gerard (del Deportivo Alaves) e Xavi su tutti non erano niente male.


MEZZAPUNTA DESTRA

Nicolas Anelka

(Arsenal, media massima 92)


Il campione d’Europa con la Francia, nel 2000, si era già messo in mostra a fine anni novanta quando Wenger decise di prelevarlo dal Psg non ancora pieno dei soldi qatarioti. Con l’Arsenal fece bene, tanto da ricevere l’interesse del Real che lo scelse per un’esperienza breve, ma sufficiente a mettere in rete il primo goal nell’edizione pilota del Mondiale per club. Nel tridente virtuale dietro la prima punta, trova la sua collocazione a destra, nonostante la concorrenza di Haruna Babangida che si poteva comprare dal Barcellona B quando non aveva ancora 16 anni. Il nigeriano, però, saltava il miglioramento durante una stagione (misteri della Fede) e quindi si assestava, al massimo, in una media da 92… come il francese.


MEZZAPUNTA CENTRALE

Alan Smith

(Leeds United, media massima 93)


La sua posizione naturale era quella di centravanti ma rendeva al 100% pure da “mezzapunta centrale”, un ruolo che lo pone come miglior interprete in assoluto. Nella vita reale, quando Ferguson decise di portarlo a Manchester lo fece giocare in qualità di mediano per la grinta espressa, ma la sua origine era ben diversa. Ai tempi degli Whites appariva come vera icona e il suo esordio con goal, nel tempio di Anfield, fu un biglietto da visita niente male. Cercate alternative? Anche se di minor livello, la lista è lunga e ricca di argentini: Aimar, Batalla del Vélez e Sixto Peralta dell’Huracàn.


MEZZAPUNTA SINISTRA

Andreas Voss

(Bayer Leverkusen, media massima 94)


Vero simbolo nostalgico del gioco manageriale fu senza dubbio il giocatore tedesco in forza al Leverkusen. La media di 88 e l’età di 19 anni lo fanno entrare di diritto nella top 11 di Pc Calcio7; inoltre, la squadra tedesca ingolosiva come scelta iniziale visto che aveva in rosa non solo Andreas ma anche Wittek e Reichenberger, per un tridente giovane e già di assoluto prestigio. Idolo per il videogame, andò invece diversamente la sua carriera che lo vide spesse volte in prestito ed infine stabile nel MSV Duisburg. Pronto a sostituirlo (anche se disponile come estremo sinistro e non mezzapunta), il Pallone d’Oro Michael Owen che, ai tempi di Liverpool, faceva scintille. Il videogioco non poteva che seguirne le gesta.


CENTRAVANTI

Javier Saviola

(River Plate, media massima 94)


El Conejo, considerato centravanti puro secondo il videogame, strappa la titolarità per il ruolo più offensivo di tutti. Ha ancora 16 anni quando si può acquistare dal River: la crescita sarà altissima come i goal che metterà a referto. Una volta porta il Gualdo sul tetto d’Europa, poi si dedica al Monza con cui vince l’Intercontinentale… insomma, ovunque vada, Javier è devastante. Il calciatore reale, dopo esser stato eletto da Maradona in persona come suo erede, si è perso negli anni e non ha mantenuto le premesse iniziali; tuttavia ha indossato le maglie dei due club spagnoli più importanti e non è poco. L’alternativa principale è sempre argentina e risponde al nome di Christian Gimenez che, nel ’98, si può comprare dal Boca.


Ora, vi prego, abbracciamoci forte ed apriamo il video che segue alzando il volume senza dignità. Fratelli, lo sentite? Sì… è il nostro inno!



* Articolo precedentemente redatto dall'autore per Serie A - Operazione Nostalgia

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