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  • Immagine del redattoreLuca Fazi

L'ultima favola in Coppa Italia: il Vicenza del '97! di Luca Fazi



Come diceva Agatha Christie un indizio è un indizio, due sono una coincidenza ma tre fanno una prova e allora ci appare chiarissimo, seguendo la massima della scrittrice inglese, come quella edizione di Coppa Italia giocata fra il ’96 ed il ’97 non poteva che avere copioni folli ed imprevedibili, con dei segnali forti già dalle prime battute. Per la prima volta e circoscritto ai primi tre turni venne inserito il replay del match in caso di parità dopo i novanta minuti; la modalità, in pieno stile FA Cup, permetteva inoltre che il primo confronto venisse giocato in casa della squadra con il “ranking” più basso dando maggiori chance anche alle piccole del nostro calcio. Dicevamo di indizi e qualcosa in realtà venne mosso già dagli esordi della manifestazione con la squadra umbra del Gualdo che bloccò a reti bianche il Torino fino a portarlo ai supplementari ed uscendo sconfitti a testa altissima. Non vi ho convinto? Allora eccovi serviti con la Nocerina, squadra dalla piazza importante ma sportivamente militante solo in C1 e con poche possibilità per il salto di categoria…eppure quell’anno arrivò fino al terzo turno della coppa, costringendo nientemeno che la Juventus, futura campione d’Italia, alla ripetizione dopo il pareggio in terra campana. Ancora scettici? Allora parliamo senza mezzi termini della finalissima di quell’anno, disputata fra Vicenza e Napoli…prova autentica che quel ’96-’97 non poteva risultare banale. I secondi sarebbero pure blasonati ed hanno aperto il decennio con un tricolore ma i tempi di Maradona e compagni sono ormai storia antica, vista la squadra di quella stagione capace di strappare con sofferenza appena la salvezza in A (prima del tonfo nel ’98). Riguardo ai veneti, la loro epopea massima è figlia di anni meno recenti e soltanto un lustro prima quei ragazzi biancorossi dovevano mescolarsi nei campi fangosi e mai semplici della C1, eppure grazie anche al lavoro di Ulivieri e Guidolin riuscirono a risalire la china fino alla massima serie…e proprio il vate di Castelfranco Veneto portò il suo gruppo al miracolo sportivo.


Lo storico capitano vicentino Giovanni Lopez

Esonerati dal primo turno, affrontarono in quello seguente e in trasferta una Lucchese che a fine agosto poteva dare più noie che gioie. In certe partite sono le motivazioni a giocare il ruolo principe e per il Vicenza la trappola era dietro l’angolo…ma al Porta Elisa ci pensano Rossi e Cornacchini ad evidenziare la diversa categoria fra le compagini. Nel terzo turno si va al Ferraris contro il Genoa in un match concluso con un rigore realizzato per parte e l’obbligo di giocarsi la “bella” sì…ma al Romeo Menti! A rendere trionfare il replay ci pensa ancora lui, Giovanni Cornacchini, bomber rapace e capace di dire sempre la sua in categoria minori ma senza aver sfruttato la grande occasione arrivatagli nel 1991 con l’ingaggio da parte del Milan. In quella squadra di fenomeni era fin troppo soffocato e così non gli restò che ritagliarsi maggiori spazi in ambienti meno prestigiosi ma adatti a valorizzarlo. L’unica marcatura nel match contro il Genoa porta la sua firma e a questo punto, con i quarti raggiunti, i sogni iniziano ad insaporirsi di ghiotta realtà…anche se il prossimo avversario è proprio il club rossonero di Milano. Il Milan di Tabarez è uno dei più brutti visti nel decennio e così l’undici lombardo spreca incredibilmente il versante coppa che avrebbe quantomeno alleggerito lo stato d’animo dei tifosi; i due atti (dai quarti è previsto il ritorno) si concludono entrambi con il segno ics ma il goal a San Siro del vicentino Ambrosetti vale il pass decisivo per gli uomini di Guidolin. Il fatto è che quando cominci a sognare diventa impresa ardua smettere di farlo e nessuno dei biancorossi è intenzionato a bruschi risvegli…in semifinale arriva il Bologna! L’andata la decide Murgita per l’1 a 0 arrivato fra le mura amiche: i giocatori del Vicenza rientrano negli spogliatoi e i loro sguardi si rispecchiano in quelli degli ultras presenti al Menti…qualcosa di grande si sta realizzando. Il ritorno è combattuto con i padroni di casa in vantaggio allo scadere del primo tempo per mano dell’ex Scapolo…quella rete rimette tutto in discussione. Il Bologna trova nuova linfa e crea un assedio per quasi tutta la ripresa, spinto dai suoi tifosi e per niente intimorito dall’espulsione del proprio difensore Cardone; abbiamo parlato di motivazioni prima e in questa situazione non mancano a nessuno. I supplementari aleggiano intorno alla gara ma un lancio di Sartor, sfiorato da Beghetto, cambia le carte in tavola…il condor Cornacchini c’è e di sinistro beffa i felsinei: Vicenza in finale! Ora serve la ciliegina sulla torta e per ottenere quell’ultimo e decisivo tocco occorre sconfiggere, come anticipato, la compagine napoletana fortemente sottotono per gli scarsi risultati in campionato.


Mister Guidolin alza al cielo l'insperata Coppa Italia

Al San Paolo vince il Napoli con il goal di Pecchia ma con tutta probabilità è proprio lì che il Vicenza realizza di potercela fare: Brivio para l’impossibile. Il numero uno biancorosso limitò notevolmente i danni con interventi chirurgici dal vasto repertorio e caricando come non mai l’intero ambiente. Al resto ci pensò Guidolin, uomo magari poco “rumoroso” ma fortemente adatto nel saper creare le giuste condizioni psicofisiche; in quel Vicenza lì vorrebbero giocarci tutti e chi non vede mai il campo è ugualmente tutt’uno con il resto dell’organico. Ventinove maggio 1997 per fare la storia…ventinove maggio 1997 per arrivare ben oltre i propri limiti…ventinove maggio 1997 per vedere il Menti esplodere di gioia. Gli undici titolari diventano un mantra: Brivio, Sartor, Lopez, Beghetto, Viviani, Di Carlo, Maini, Gentilini, Ambrosetti, Murgita, Cornacchini. I veneti passano in vantaggio (con Maini) pareggiando di fatto i conti ma se è vero che l’epico prende vita dalla sofferenza e da situazioni combattute, il match non può che protrarsi all’extra time...però con un Napoli in dieci per il rosso di Caccia. Ecco allora il momento di pianificare il trionfo e la respinta maldestra di Taglialatela è il giusto spunto: Maurizio Rossi, entrato dalla panchina, si fionda sul pallone ed insacca! Siamo al minuto 118 e la Coppa Italia si tinge per la prima volta con il colori del Vicenza. Il giovane Iannuzzi rincara la dose per un 3 a 0 destinato a rimanere negli annali del calcio, Braschi fischia e capitan Lopez può finalmente sollevare il trofeo al cielo. Quella favola iniziata in una calda serata toscana d’agosto trova ora la sua gioiosa conclusione ma è risaputo che la mente dei sognatori non smette mai di fermarsi…la coppa delle coppe ’97-’98 docet.

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